Sguardo momentaneo - Sunil Gangopadhyay
Sei apparsa dall’altro lato della scarpata;
le tue labbra sazie del suono ondoso di un lago;
la brezza presa nel tuo velo come la randa di una barca.
Non calpestavano i tuoi piedi la terra.
Senza calpestare la terra con i piedi,
ti sei fermata coprendo l’orizzonte
come una dama di corte del paradiso
o una ninfa preraffaelita.
Un po’ più in là,
mentre riposavo all’ombra di un albero
leggevo la storia della dentizione umana,
la schiavitù del fuoco e un documento
sulla guerra del pane.
Alzo la testa e la guardo fisso,
Chi è? Neera? O un’altra donna simile?
Da dove sei venuta? E perché?
Dove fuggirai di nuovo?
La luce del tramonto invernale diventa rossa all’improvviso;
le onde alte e basse si susseguono senza fine,
come se la coscienza stesse giocando a nascondino.
Tutto è irreale - senza dubbio - come certa è la realtà
di quello sguardo momentaneo.
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