Edgar Degas (1834-1917), Deux danseuses jaune et rose
da Un amore – Dino Buzzati
Con la stessa disinvoltura che se fosse stata sola in un locale ermeticamente chiuso, senza la minima simulazione di pudore, mentre lui la esaminava pregustandola, si tolse la sottoveste, poi le calze. Sotto, portava delle mutandine viola e una guêpière, di un viola più chiaro con liste verticali nere, piuttosto ricercata. La Ermelina ci teneva che le ragazze della sua scuderia curassero la biancheria intima. Questo era l’importante, con una clientela scelta come la sua. Se poi i vestiti e i cappotti erano strapelati, poco male.
La testa reclinata, le labbra contratte nello sforzo, Laide aprì i ganci della guêpière, sulla schiena. Poi la schiuse, come una conchiglia. Restò nuda.
Era il classico corpo della ballerina, snella, le anche strette, le cosce lunghe e slanciate, i seni piccoli da bambina. Sembrava un disegno di Degas. Fece una corsa verso il letto.
«Hai ragione tu, che freddo» e si infilò ridendo sotto le lenzuola, fra le braccia di lui.
Con la stessa disinvoltura che se fosse stata sola in un locale ermeticamente chiuso, senza la minima simulazione di pudore, mentre lui la esaminava pregustandola, si tolse la sottoveste, poi le calze. Sotto, portava delle mutandine viola e una guêpière, di un viola più chiaro con liste verticali nere, piuttosto ricercata. La Ermelina ci teneva che le ragazze della sua scuderia curassero la biancheria intima. Questo era l’importante, con una clientela scelta come la sua. Se poi i vestiti e i cappotti erano strapelati, poco male.
La testa reclinata, le labbra contratte nello sforzo, Laide aprì i ganci della guêpière, sulla schiena. Poi la schiuse, come una conchiglia. Restò nuda.
Era il classico corpo della ballerina, snella, le anche strette, le cosce lunghe e slanciate, i seni piccoli da bambina. Sembrava un disegno di Degas. Fece una corsa verso il letto.
«Hai ragione tu, che freddo» e si infilò ridendo sotto le lenzuola, fra le braccia di lui.
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