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13 aprile 2020

da Sonata al chiaro di luna – Ghiannis Ritsos

foto di Vivian Maier
da Sonata al chiaro di luna – Ghiannis Ritsos

Oggi mi sono stancato molto; – con questo caldo, poi; – tutti questi anni mi sono stancato
su e giù dal Ginnasio al Museo, dal Museo al Teatro,
dal Teatro allo Stadio e viceversa. Sono stanco di indicare
senza che loro vedano; di parlare senza essere ascoltato. Forse perché sono vecchio. Ma,
lo so,
neanche da te hanno ascoltato niente, anche se ti guardavano le labbra. Anzi, te, forse,
ti hanno ascoltato ancora meno perché ti osservavano.

Sono stanco di andare avanti e indietro per la Via Sacra, il Portico degli Ateniesi,
la Fonte, il Tempio di Apollo, lo spiazzo delle Colonne, – mi sono stancato
come se camminassi da secoli. Credo di appartenere anch’io
alla famiglia delle statue, di avere la loro età
o anche di più.
Solo questa stanchezza
mi resta, tutta mia, – e mi piace; – che cos’altro dire?

Quanto durano poco – non solo gli uomini, ma anche le statue, le pietre.
Rovine. Rovine. Guerre su guerre.
Incendi, terremoti, saccheggi. Poi la quiete
delle rovine, tranquillizzante, consolante, senza fine. Percorri
la salita deserta fino allo Stadio; una pietra
rotola in un fondo incredibile, lasciando
in aria un vuoto senza risonanza; – lí dentro
puoi immergere la mano come sotto il tuo cuscino. Niente.
Quiete rappresa lungo le gradinate.

da Quarta dimensione, Crocetti Editore, Milano 2013

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