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11 maggio 2020

Manù - Stefano Rosso

dipinto di Paul Gustave Fischer
Manù - Stefano Rosso

La foresta di cemento sotto un cielo grigio e blu,
si svegliava in un momento e contava un giorno in più.
Grida in alto un aeroplano, cerca un nido che non c'è
e quel gatto alcolizzato, ha esaurito i suoi perché
Da da da da, s'affaccia all'orizzonte
Da da da da, sulla nuova ferrovia
da da da da, fischia il treno e vola via
E un mago laggiù, guarda il mostro dice cresce bene
poi non pensa più, cerca solo un posto che conviene
E mentre sull'asfalto va, qualcuno ride chi sarà
è Manù il gitano vecchio, che da sopra la collina
prende l'acqua nel suo secchio e s'innaffia la piantina
E tra i panni stesi al vento, su due canne di bambù
dice al mostro di cemento, tu non prenderai Manù
Da da da da, s'affaccia all'orizzonte
Da da da da, sulla nuova ferrovia
da da da da, fischia un treno e vola via
E un giorno così, che soffiava un vento di tristezza
lui quel giorno capì e chinando il capo all'amarezza
Vide la pianta che bruciò, vide il bambù che si spezzò
E mentre fugge ancora, cercando nel modo qualcosa
un cucciolo d'uomo fisso ad una stella di latta, sta
sognando una rosa
Da da da da, s'affaccia all'orizzonte
Da da da da, su una nuova ferrovia
da da da da, fischia il treno e vola via
Da da da da, s'affaccia all'orizzonte
Da da da da, sulla nuova ferrovia
da da da da, fischia il treno e vola via
Da da da da, s'affaccia all'orizzonte

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