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24 maggio 2020

Morte, m’hai sentita? - Sibilla Aleramo

dipinto di Luca Alinari
Morte, m’hai sentita? - Sibilla Aleramo

Morte, m’hai sentita?
Nella notte ti ho invocata,
piangendo
e fors’anche ridendo
per sedurti t’ho chiamata,
ultima luce,
speranza di due braccia accoglienti,
un nome ancora da invocare,
morte, madre, sorella, amata,
una che mi prenda, una che mi voglia….
Ed eri lontana.
Bianca e bella s’io ti pensavo su altri reclina,
s’io t’imaginavo intenta a baciar altri,
altri certo non più di me dolenti,
oppur creature felici,
morte, m’hai sentita s’anche non sei accorsa?
Nessuno certo t’implorava quanto me,
o cara quanto fu cara la vita,
e tu chi sceglievi in vece mia?
Ma forse,
forse da lontano hai trasalito….
E ora non ti chiamo più.
Stormi mi ventano dietro la fronte,
aliante mondo inespresso del mio pensiero,
parole che furono visioni e ch’io ancora non dissi,
amore che tutti comprende i ruinati amori
e li risolleva….
Verità della mia vita,
incompiuta missione che nell’alba mi riappare,
ch’era il miracolo,
ed io forse l’ho tradita….
E forse, o morte, non venuta al mio richiamo delirante
mi raggiungerai nel fervore del ripreso canto,
troncherai nella mia gola il canto,
un giorno chiaro….
Ch’io mi rammenti allora,
ch’io mi rammenti
come eri bella,
come eri bella questa notte,
morte, su le fronti che invece di me baciavi.

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