dipinto di Susan Ruiter
Rubens il partigiano e altri racconti – Enzo Montano
da “La biancheria”
[…]
«Mah!» disse con voce autorevole un distinto signore con la barba bianca piuttosto curata «se volete la mia opinione, per quanto io dubiti si possa porre un limite ai lunghi e tortuosi viaggi verso fantastici paesaggi in cui vi siete incamminati, io, che pure ero in una posizione molto favorevole, di fronte, cioè, alla signora, e non più distante di due metri, sono pronto a giurare al cospetto di qualsiasi alta corte di tribunale di non aver visto nulla se non un gesto gentile. Né slip o mutande, né pizzo o cotone o lino sottile, né rosa o rosso o viola o d’argento poiché la signora e stata assolutamente sobria nei suoi movimenti, non ha fatto nessun gesto fuori luogo e nessuna porta ha aperto alle fantasie della folla qui presente. Ho potuto vedere semplicemente una bella signora raccogliere una pipa e un giornale. Nient’altro».
Un tizio non vicinissimo aveva colto dell’intero discorso solo le parole ‘nulla’ e ‘mutande’.
«La marchesa non aveva nulla» gridò ripetutamente infervorato «Immacolata era come la mamma l’ha fatta».
«Immacolata Assunta era senza mutande» urlò un altro.
Nel breve volgere di qualche minuto nella città si discuteva del colore della biancheria di Immacolata Assunta, ma anche della fondata ipotesi che la donna di biancheria non ne indossasse affatto. In alcune zone intorno a piazzetta Nilo si dava per certo che la bella donna sotto non avesse nulla e da questa certezza partivano svariate descrizioni sulle forma delle cosce, sulle smagliature, sulla quantità e il colore dei peli pubici o addirittura sui particolari del suo organo genitale.
Le infinite e strampalate versioni narrate raramente combaciavano l’una con l’altra. Il più delle volte erano in netto contrasto. Tutte, indistintamente, si potevano annoverare degnamente nella sterminata sezione della letteratura denominata grande ‘almanacco delle fandonie, riconosciuto dal direttivo dell’Associazione del Pettegolezzo.
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da “La biancheria”
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«Mah!» disse con voce autorevole un distinto signore con la barba bianca piuttosto curata «se volete la mia opinione, per quanto io dubiti si possa porre un limite ai lunghi e tortuosi viaggi verso fantastici paesaggi in cui vi siete incamminati, io, che pure ero in una posizione molto favorevole, di fronte, cioè, alla signora, e non più distante di due metri, sono pronto a giurare al cospetto di qualsiasi alta corte di tribunale di non aver visto nulla se non un gesto gentile. Né slip o mutande, né pizzo o cotone o lino sottile, né rosa o rosso o viola o d’argento poiché la signora e stata assolutamente sobria nei suoi movimenti, non ha fatto nessun gesto fuori luogo e nessuna porta ha aperto alle fantasie della folla qui presente. Ho potuto vedere semplicemente una bella signora raccogliere una pipa e un giornale. Nient’altro».
Un tizio non vicinissimo aveva colto dell’intero discorso solo le parole ‘nulla’ e ‘mutande’.
«La marchesa non aveva nulla» gridò ripetutamente infervorato «Immacolata era come la mamma l’ha fatta».
«Immacolata Assunta era senza mutande» urlò un altro.
Nel breve volgere di qualche minuto nella città si discuteva del colore della biancheria di Immacolata Assunta, ma anche della fondata ipotesi che la donna di biancheria non ne indossasse affatto. In alcune zone intorno a piazzetta Nilo si dava per certo che la bella donna sotto non avesse nulla e da questa certezza partivano svariate descrizioni sulle forma delle cosce, sulle smagliature, sulla quantità e il colore dei peli pubici o addirittura sui particolari del suo organo genitale.
Le infinite e strampalate versioni narrate raramente combaciavano l’una con l’altra. Il più delle volte erano in netto contrasto. Tutte, indistintamente, si potevano annoverare degnamente nella sterminata sezione della letteratura denominata grande ‘almanacco delle fandonie, riconosciuto dal direttivo dell’Associazione del Pettegolezzo.
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