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16 giugno 2020

da La sonata al chiaro di luna – Ghiannis Ritsos



dipinto di Maria Grazia Montano
da La sonata al chiaro di luna – Ghiannis Ritsos

E ormai non ho più niente da obbiettare, nella mia bella stanchezza. Guarda:
questi monti perpendicolari, rocciosi eppure senza fondamento,
respirano tranquillamente la loro limpida solitudine, si riposano
in alto, molto in alto, sopra la polvere che lasciano le macchine. Lassù,
molto spesso, i meriggi o anche la sera, volano
tre aquile possenti; a volte stanno immobili
nella loro grande, oscura lucentezza – così inavvicinabili ed estranee,
e d’un tratto i visitatori allungano il collo verso di esse
come se distinguessero al posto delle aquile i segni
dell’antico frontone mancante dal tempio di Apollo. Le ombre delle aquile
precipitano sui fianchi dei monti in un tracollo trionfale,
altre volte restano immobili sopra l’uliveto
o sui marmi spezzati, oppure sull’asfalto
stendendo certe isolette segrete, oscure, quasi sotterranee,
sul meriggio colmo di luce, – isolette ambigue
come i vaticini dell’Oracolo o le parole che non abbiamo detto.

Delfi, La sonata al chiaro di luna, Crocetti Editore, Milano 2012

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