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6 giugno 2020

Sibilla – Marina Cvetaeva



Ernesto Treccani - La famiglia di suonatori, serigrafia, 50x70 cm
Sibilla – Marina Cvetaeva

1
Sibilla: secca! Sibilla: tronco!
Moria di uccelli - del dio trionfo.

Sibilla: arsura! Sibilla: uccisione!
Le vene vuote: l’uomo ha paura.

Sibilla: manchi, Sibilla: labbra
della sventura, legno tra donne.

Quercia sovrana nel bosco spoglio.
Di foglie un giorno stormiva il fuoco.

Poi sotto le palpebre di slancio
in secchi fiumi il dio si accese.

E disperando di trovare fuori
in me ricadde: cuore e voce.

Sibilla: sai! Sibilla: vedi!
Così l’annunciazione si compì nell’ora

che non invecchia. Erba canuta
è oggi la verginità caduca, caverna

di prodigiosa voce…
E turbine di stelle
la Sibilla: assente…

2
Grigia zolla impietrita, rinnegata
parentela con il tempo.
Il corpo tuo è caverna
della voce.

Nella notte – coi visceri, oltre
le cieche feritoie.
Fortezza sordomuta sul fragore
delle falci.

La pioggia ti ammanta le spalle,
il fungo ammuffisce.
Sciabordano millenni sulla zolla
di sasso.

Sventura di monte! Sotto le spesse palpebre,
nelle tenebre veggenti –

frammenti argillosi di imperi,
polvere bruciante

di battaglie…

3
LA SIBILLA - AL BAMBINO

Vieni vicino al mio petto,
più stretto:
nascere, piccolo, è cadere nel tempo.

Dal non-dove, non-terra,
così rovinosa
discesa!
Da spirito in – polvere!

Piangi, bambino, per te, per tutti:
nascere – è cadere nel corpo!

Piangi, piccolo, per il futuro, e ancora:
nascere – è cadere nel giorno!

Nel tempo
sepolcro…

Dov’è l’incendio dei suoi prodigi?
Piangi, bambino, venuto al – mondo!

Dov’è la vena dei tuoi tesori?
Piangi, bambino, venuto al – sangue!

Dall’oggi –
nel sempre.

la morte, bambino, è ritorno.
La morte è andare a ritroso!

Per – l’aria! a – nuoto! a –
Scesa: indietro: in dietro – in e-
terno.

traduzione di Serena Vitale
da Marina Cvetaeva, Dopo la Russia, a cura di Serena Vitale
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti

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