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24 luglio 2020

da “Le metamorfosi” – Ovidio



William Turner – L’eruzione Delle Souffrier Mountains Nell’Isola Di San Vincenzo – 1815
da “Le metamorfosi” – Ovidio

A narrare il mutare delle forme in corpi nuovi
mi spinge l'estro. O dei, se vostre sono queste metamorfosi,
ispirate il mio disegno, così che il canto dalle origini
del mondo si snodi ininterrotto sino ai miei giorni.
Prima del mare, della terra e del cielo, che tutto copre,
unico era il volto della natura in tutto l'universo,
quello che è detto Caos, mole informe e confusa,
non più che materia inerte, una congerie di germi
differenti di cose mal combinate fra loro.
Non c'era Titano che donasse al mondo la luce,
né Febe che nuova crescendo unisse le sue corna;
in mezzo all'aria, retta dalla gravità,
non si librava la terra, né lungo i margini
dei continenti stendeva Anfitrite le sue braccia.
E per quanto lì ci fossero terra, mare ed aria,
malferma era la prima, non navigabile l'onda,
l'aria priva di luce: niente aveva forma stabile,
ogni cosa s'opponeva all'altra, perché in un corpo solo
il freddo lottava col caldo, l'umido col secco,
il molle col duro, il peso con l'assenza di peso.
Un dio, col favore di natura, sanò questi contrasti:
dal cielo separò la terra, dalla terra il mare
e dall'aria densa distinse il cielo limpido.
E districati gli elementi fuori dall'ammasso informe,
riunì quelli dispersi nello spazio in concorde armonia.
Il fuoco, imponderabile energia della volta celeste,
guizzò insediandosi negli strati più alti;
poco più sotto per la sua leggerezza si trova l'aria;
la terra, resa densa dai massicci elementi assorbiti,
rimase oppressa dal peso; e le correnti del mare,
occupati gli ultimi luoghi, avvolsero la terraferma.

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