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21 agosto 2021

Afa - Enzo Montano

Pierre-Auguste Renoir - Dopo il bagno

Afa - Enzo Montano

Il mattino incendia l’Est, il mare 
s’infiamma all’orizzonte insieme al cielo.
Ardente la luce dilaga nella stanza, 
avvolge i sudari della notte insonne.
Non è salvezza l’acqua fredda
della doccia. Solo effimero il sollievo.

Rovente il respiro arde le narici 
e fulmina il cervello. Lo paralizza.
L’incandescenza si propaga rapida
come liquido di contrasto nelle viscere
la senti fino all’ultima propaggine 
dei polmoni e poi risalire nelle vene.

Gocce ostinate di sudore 
si moltiplicano lungo la schiena,
sfacciate umide si insinuano lente
in ogni piega della pelle e tra i capelli:
sono arcipelaghi tropicali, 
l’oceano è tutto il corpo.

Colpi del sole sulle tempie 
come su pelle lacera di tamburo.
Esplode l’afa nello Zenit senza fine
Lunghe immersi nelle ondate 
di piombo fuso misto a lava.
Serrande o tende vani ostacoli al rosso rovente.

Quando la luce abbacina gli occhi, 
imbianca strade campi e case,
quando l’asfalto è fiume di lava 
nera dove affondano i passi,
quando più forte è forte fragore delle coppe 
al banchetto dei demoni in danza,
ed è totale resa senza scampo 
al divampare che tutto avvolge
e lento il sole descrive il suo arco 
verso l’orizzonte opposto
si allungano le ombre 
finalmente rivive la speranza 
nella polvere purpurea:
illusione avvolta senza scampo
dall’umido velo di canicola.

Non smettono di gozzovigliare 
i demoni del fuoco nelle fiamme.
Solo un attimo  di ristoro
è l’acqua che scivola sul corpo,
pochi attimi di illusione
e sarà ancora sudore, afa 
vento caldo, foglie immobili 
e immobilità di ogni pensiero.


 

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