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27 maggio 2022

L’anno buono - e.m.

Michelangelo - Bacco (dettaglio), 1497, marmo 203 cm, Museo Nazionale del Bargello, Firenze
L’anno buono - e.m.

Buon anno!
Molti ormai gli anni passati
cominciati col cuore gonfio di speranze, desideri, sogni.
Ogni capodanno un abbraccio con le persone care.
Non ha mai amato i fuochi d’artificio
né mai è stato prodigo di sorrisi o parole scintillanti,
vino rosso e calici imperlati alzati verso il cielo
sono stati i suoi giochi pirotecnici,
gli scoppi multicolori preferisce averli nel cuore.

Felice anno nuovo!
Qualche volta l’ultima mezzanotte
è stata una festa solitaria
a inseguire miraggi o desideri mai afferrati
consapevole che mai li avrebbe raggiunti.
Raramente ha carpito un sogno,
o forse ha avuto solo l’illusione di farlo,
svanito come un achenio confuso tra le nuvole.
E proprio come i fiori del tarassaco
gli anni si sono disfatti insieme ai sogni,
ai desideri, alle speranze.

Auguri per un anno di gioia!
Ogni primo giorno degli anni passati
ha segnato l’avvio di un cambiamento
o almeno l’idea di volerlo perseguire
volgendo sempre le vele verso nuvole lontane,
traguardi impietosamente impediti
dall’arrivo dell’ultimo giorno
quando la meta ancora non si scorgeva all’orizzonte.
Ma ogni inizio è stata ancora una promessa
dell’agognato cambiamento
l’attesa di un Godot arrivato sempre puntuale
seppure mai avvistato e mai compreso
e infatti molto hanno cambiato gli anni
non solo dentro di lui.
Il mutamento lo ha invecchiato, trasfigurato,
quasi lo ha cancellato.

Auguri e prosperità!
Il Tempo ha trasformato il mondo sempre in peggio,
oltre le piccole concessioni quotidiane,
i padroni sono sempre più padroni
gli ultimi sempre più ultimi
e sempre fastidiosi.
La definizione giusta è “lotta di classe”,
la stessa lotta mai terminata e sempre persa
ma ormai dirlo è pari a un sacrilegio
non si dice, non si deve dire, non si deve disturbare.
Gli ultimi un esercito sempre più numeroso
sempre più cencioso
raccapricciante addirittura
tanto da rinchiuderlo tra muri invalicabili
ché non offuschino i bagliori dell’ipocrisia
del “Buon natale e buone feste”,
delle lucine colorate a intermittenza.

Che i sogni si realizzino!
Alcune volte gli è sembrato perfino di volare dentro il sogno
ma si è trattato solo di sorvolare nuvole rosa
avvolte da spesse coltri di menzogne e tradimenti.
Non ha mai vissuto i mutamenti attesi,
ha lasciato passare i giorni senza dare loro alcun peso,
ha perso il conto delle ferite alle sue spalle,
coltellate inattese inferte con il sorriso
e per questo ancora dolorose.
Mai ha smesso di cercare la sua Isola,
ma mai è riuscito a scorgerla tra le nebbie.
Si è accorto infine
che l’Isola è dentro di noi,
che assume i contorni e la forma che vogliamo darle
e che quell’Isola sempre cercata
è proprio il nostro ultimo Approdo.

Buon anno!
I cambiamenti lo hanno lentamente trasformato
pur senza averne mai la consapevolezza,
pur senza mai dare un contorno al Tempo.
Ma questa volta è certificato,
è giunto quest’ultimo nuovo anno
insieme al coro delle frasi fatte
e dei messaggi impersonali inviati nottetempo
all’intera rubrica telefonica:
“che sia un anno di serenità e benessere”,
“auguri di un anno colmo di sogni”,
“tanta felicità e gioia”
“buon anno!”
Sì, Buon anno!
Buon anno come tanti altri anni.
Che sia questo il suo anno buono?
Ancora una volta innalzerà il suo bicchiere rosso al sole. 


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