Marc Chalmé - Intérieur
Festa - e.m.
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È l’inizio dell’ultima sera della festa,
la più importante,
quello con i fuochi d’artificio dai mille colori di un attimo.
Dal computer viene fuori la chitarra di The partisan
assieme alla voce rauca di Cohen.
Il sole prima del tuffo nel crepuscolo
allunga le ombre a dismisura.
È già cominciato il continuo andirivieni
di persone allegre e colorate.
I bambini si fermano davanti alle bancarelle di giocattoli
gli uomini cercano attrezzi per i loro lavoretti fai da te
le donne osservano borsette, bracciali e collanine di corallo
i giovanotti guardano le ragazze
le ragazze guardano i ragazzi.
Due uomini piuttosto avanti con l’età
e una ragazza dai capelli lunghi e neri
sono fermi davanti a una bancarella
a parlare con il venditore di libri usati.
È lo stesso venditore di tutti gli anni
invecchiato insieme ai tanti libri amati
agli stessi libri che quasi più nessuno compra,
sono le stese pagine dove il venditore
ha trovato la pace e la serenità
nei momenti di dolore o di solitudine non voluta
che poi è la più dolorosa forma del dolore.
Sono gli stessi libri densi di sogni
i medesimi allucinogeni
che tenta vendere agli altri per poche lire.
La ragazza sfoglia un libro di poesie di Rilke
“Una rosa sola, è tutte le rose
e quella: l’insostituibile”
legge ornando di un sorriso il suo bel viso,
è lei l’insostituibile per qualcuno?
I due anziani ne sfogliano uno con la copertina gialla
con sopra scritto “Tutte le poesie di Kavafis”.
Chissà se hanno trovato la loro Itaca
o se ancora vagano nel mare aperto.
Il tramonto indora i tetti delle case di luce tenue,
il sole appeso a un cielo senza nuvole
è come un quadro di Mirò.
Le luminarie si accendono e si spengono,
sono le prove prima dell’apoteosi delle lucine colorate.
Le luci delle bancarelle illuminano gli oggetti esposti
in attesa della grande folla,
dell’esplosione dell’ultima sera della festa,
del vocio incessante dei festanti,
del desiderio di comprare un ricordo
della voglia di partecipare.
Dal pc adesso Guccini canta Il volo interrotto.
La sua finestra è come la coffa di un veliero
può vedere lo svolgersi della festa quasi nella sua interezza.
Ha sempre amato le bancarelle la vera anima della festa.
Ci sono libri dalle copertine lise, trombette colorate,
ceramiche di tutte le forme, ventagli giapponesi,
matrioske russe, oggetti dell’esercito polacco,
maschere africane, tappeti indiani, collane colorate,
cataste di giocattoli e montagne di illusioni.
La piazza si riempie di persone variegate
e si inonda del profumo di torrone,
una ragazza si avvicina al banchetto dello zucchero filato
afferra un batuffolo candido lo addenta allegramente
le sue labbra segnano il bianco di rossetto rosso.