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11 giugno 2015

Momenti di un'estate II - Fernando Pessoa

Jan Brueghel il Giovane, Allegoria della Terra e dell'Acqua

Momenti di un'estate II - Fernando Pessoa

Il sole splende. I passeri volano.
Il sentiero delinea l'erba.

Cammino lungo i prati,
lontano dagli affanni e dalle gesta.

Qui ora non c'è speranza,
nulla da cercare nè da temere.

Niente: il cielo e la terra verde;
una vaga meraviglia del perchè si nasce.

Questo e nient'altro, questo e la mia anima e,
sopra, il cielo, questo tutto di niente.

Sono di nuovo il bambino che ero,
non sento dolore più dell'erba.

Vivo una vita libera dal domani
e dimentico la lotta e il dolore.

Quali erano la forma della paura e della speranza?
Le viti mostrano i loro grappoli lungo il pendio della collina.

Quest'ora reale non vivrà in eterno,
eppure durerà poichè io vivo.

Così le radure e il blu del cielo
in vaghe ombre dell'anima penetrino il mio cuore,

finchè non diverrò quel qualcosa di esteriore che non ha casa;
un sospiro, un'ala,

una parte indefinita dell'ora,
estraneo allo sforzo di essere di più.

Fioche voci che nascono dal giorno,
stridono e sussurrano vicino e lontano.

Fate di me una parte di ciò che voi siete,
strappatemi il cuore, gettatelo lontano!

La mia anima sia polvere lanciata in aria
all'allegria dei venti, alla coppa del mare!

Lì smarrito e confuso, fatto non di me,
non più fisso come un'ombra perduta.

Quest'ora passerà come ogni cosa che conosco;
eppure, mentre scorreva, fresca era la mia fronte,

le mie palpebre si chiudevano in una pace finale,
non ero oppresso dalla morsa del pensare.

Così lasciatemi riposare in questo momento e credere
che il lato migliore della vita sia molto simile al sognare.

Questa calda ora è di una durata molto vaga,
poichè la vedo con occhi poco chiari,

in un cupo abbandono
vivo sul bordo della curva del mio pensiero,

e questo pensiero è ora un filo d'erba
che non conosce neppure il passaggio delle ore.

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