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4 giugno 2015

Sogno mio - Enzo Montano

Opera di Rob Hefferan

Sogno mio - Enzo Montano

Fummo scorpioni in danza nell’oro del deserto
nell’azzurro lontano falchi e orsi nelle pure nevi
argentei pesci nelle profondità del mare
tra le pagode e le muraglie continuai a baciarti
sulle monete impresso era il tuo volto
tuo sigillo gonfalone su ogni mio pensiero.

Voluttuosa avida il fluido caldo ti percorse
io senza sazietà dal dolce nettare inondato
frutti maturi del nostro giardino colmarono cesti
preziosi orpelli di luce illuminavano le alcove
amore e ancora amore ti offrii in colme brocche
tu lo restituisti in calici di luce.

Spietata equilibrista sull’amore caduco
farfalla leggera ti posasti su di un nuovo fiore
mutarono i colori delle sottili ali
immobile rimasi come foglia senza vento
il tuo respiro non appannava più vetri
ogni albero fu spoglio dei rossi melograni.

Fragile dolce piangente poi bellissima e fiera
sempre più lontana per ipotesi di riposante gioia
colomba in altissimo volo non scorgi più il mio viso
grande è la distanza e inaccessibile la gabbia
sapientemente giorno dopo giorno l’abbiamo edificata
lì giacciono speranza intesa amore lì prolifera il dolore.

Canta tre volte il gallo e ancora una
non il rinnegamento di Pietro per l’ennesima volta
ma il ritorno del giorno col rastrello annuncia
pulisce la notte infranta porcellana e acuminati cocci
rumori suoni riverberi di fioca luce come spilli
trafiggeranno palpebre a un’altra notte e al sogno.

Non più stella di felici danze solo arida landa del commiato.

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