foto da: fotocommunity.it
Gli annodati - Jorge DebravoAttraverso guanciali, lenzuola, vesti attorcigliate
navigano; nuotano sudati, a bracciate
enormi, come naufraghi pazzi.
Non sanno dove vanno, però navigano, ruotano verso
qualunque isola nel mezzo della notte.
Un falò azzurro li chiama come un faro: verso
di esso si lanciano bevendo a grandi sorsi il succo della
vita a cui vanno incontro come se rimanesse loro
un'ora sola e non oltre sulla terra.
E a volte non navigano: d'improvviso sognano, credono
di essere terra matura e si arano. Uno all'altro si arano
come sinceri aratri lussuriosi. Si irrigano con
sudore come se fossero acqua fertilizzante e buona.
Fanno girare le mani come turbine; tremano,
diventano quasi liquidi e si seminano tormentate
sementi di speranza.
E si addormentano sfiniti, sognando di essere alberi
tutti rappresi di mele mature e che il vento
li culla e si porta il loro grande odore, carnale. Il loro grande
odore di frutta e raccolto.
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