foto di Claudia Rogge
Fra tutte quelle che sono - Margara Russotto
Fra tutte quelle che sono
non preferisco certo
l'ape operaia nel suo andirivieni,
né la cicala schiacciata d'estate,
e neanche quella zebra assorta lassù in alto
così diverse da me
sempre in giro.
Fra tutte loro una soltanto mi sconvolge:
la selvaggia
che attraversa il fango,
la pecora smarrita
folle di te e perduta.
Quella vicino al focolare vorrei accarezzare
e con asciutto manto proteggere dal freddo.
Soltanto a causa sua in ginocchio ti direi:
Ora basta, Signore!
Lascia pure la tua rabbia
che nulla hai capito, mio Signore,
mio irraggiungibile
mia adirato
patriarca.
Fra tutte quelle che sono
non preferisco certo
l'ape operaia nel suo andirivieni,
né la cicala schiacciata d'estate,
e neanche quella zebra assorta lassù in alto
così diverse da me
sempre in giro.
Fra tutte loro una soltanto mi sconvolge:
la selvaggia
che attraversa il fango,
la pecora smarrita
folle di te e perduta.
Quella vicino al focolare vorrei accarezzare
e con asciutto manto proteggere dal freddo.
Soltanto a causa sua in ginocchio ti direi:
Ora basta, Signore!
Lascia pure la tua rabbia
che nulla hai capito, mio Signore,
mio irraggiungibile
mia adirato
patriarca.
Nessun commento:
Posta un commento