Nicolaes Gillis -Tavola imbandita
Giovanni Boccaccio – Decameron. Sesta giornata, novella 2
Cisti fornaio con una sola parola
fa raveder messer Geri Spina d'una sua trascutata domanda.
Molto fu da ciascuna delle donne
e degli uomini il parlar di madonna Oretta lodato, il qual comandò la reina a
Pampinea che seguitasse; per che ella così cominciò:
Belle donne, io non so da me
medesima vedere che più in questo si pecchi, o la natura apparecchiando a una
nobile anima un vil corpo, o la fortuna apparecchiando a un corpo dotato
d'anima nobile vil mestiero, sì come in Cisti nostro cittadino e in molti
ancora abbiamo potuto vedere avvenire; il qual Cisti, d'altissimo animo
fornito, la fortuna fece fornaio.
E certo io maladicerei e la
natura parimente e la fortuna, se io non conoscessi la natura esser
discretissima e la fortuna aver mille occhi, come che gli sciocchi lei cieca
figurino. Le quali io avviso che, sì come molto avvedute, fanno quello che i
mortali spesse volte fanno, li quali, incerti de'futuri casi, per le loro
oportunità le loro più care cose né più vili luoghi delle lor case, sì come
meno sospetti sepelliscono, e quindi né maggiori bisogni le traggono, avendole
il vil luogo più sicuramente servate che la bella camera non avrebbe. E così le
due ministre del mondo spesso le lor cose più care nascondono sotto l'ombra
dell'arti reputate più vili, acciò che di quelle alle necessità traendole più
chiaro appaia il loro splendore. Il che quanto in poca cosa Cisti fornaio il
dichiarasse, gli occhi dello 'ntelletto rimettendo a messer Geri Spina, il
quale la novella di madonna Oretta contata, che sua moglie fu, m'ha tornata
nella memoria, mi piace in una novelletta assai piccola dimostrarvi.
Dico adunque che, avendo
Bonifazio papa, appo il quale messer Geri Spina fu in grandissimo stato,
mandati in Firenze certi suoi nobili ambasciadori per certe sue gran bisogne,
essendo essi in casa di messer Geri smontati, e egli con loro insieme i fatti
del Papa trattando, avvenne che, che se ne fosse cagione, messer Geri con
questi ambasciadori del Papa tutti a piè quasi ogni mattina davanti a Santa
Maria Ughi passavano, dove Cisti fornaio il suo forno aveva e personalmente la
sua arte esserceva. Al quale quantunque la fortuna arte assai umile data
avesse, tanto in quella gli era stata benigna, che egli n'era ricchissimo
divenuto, e senza volerla mai per alcuna altra abbandonare splendidissimamente
vivea, avendo tra l'altre sue buone cose sempre i migliori vini bianchi e
vermigli che in Firenze si trovassero o nel contado. Il quale, veggendo ogni
mattina davanti all'uscio suo passar messer Geri e gli ambasciadori del Papa, e
essendo il caldo grande, s'avisò che gran cortesia sarebbe il dar lor bere del
suo buon vin bianco; ma avendo riguardo alla sua condizione e a quella di
messer Geri, non gli pareva onesta cosa il presummere d'invitarlo ma pensossi
di tener modo il quale inducesse messer Geri medesimo a invitarsi. E avendo un
farsetto bianchissimo indosso e un grembiule di bucato innanzi sempre, li quali
più tosto mugnaio che fornaio il dimostravano, ogni mattina in su l'ora che
egli avvisava che messer Geri con gli ambasciadori dover passare si faceva
davanti all'uscio suo recare una secchia nuova e stagnata d'acqua fresca e un
picciolo orcioletto bolognese nuovo del suo buon vin bianco e due bicchieri che
parevano d'ariento, sì eran chiari: e a seder postosi, come essi passavano, e
egli, poi che una volta o due spurgato s'era, cominciava a ber sì saporitamente
questo suo vino, che egli n'avrebbe fatta venir voglia a' morti.
La qual cosa avendo messer Geri
una e due mattine veduta, disse la terza: - Chente è, Cisti? è buono?
Cisti, levato prestamente in piè,
rispose: - Messer sì, ma quanto non vi potre' io dare a intendere, se voi non
assaggiaste -.
Messer Geri, al quale o la
qualità o affanno più che l'usato avuto o forse il saporito bere, che a Cisti
vedeva fare, sete avea generata, volto agli ambasciadori sorridendo disse: -
Signori, egli è buono che noi assaggiamo del vino di questo valente uomo: forse
che è egli tale, che noi non ce ne penteremo -; e con loro insieme se n'andò
verso Cisti.
Il quale, fatta di presente una
bella panca venire di fuori dal forno, gli pregò che sedessero; e alli lor
famigliari, che già per lavare i bicchieri si facevano innanzi, disse: -
Compagni, tiratevi indietro e lasciate questo servigio fare a me, ché io so non
meno ben mescere che io sappia infornare; e non aspettaste voi d'assaggiarne gocciola!
E così detto, esso stesso, lavati
quatro bicchieri belli e nuovi e fatto venire un piccolo orcioletto del suo
buon vino diligentemente diede bere a messer Geri e a' compagni, alli quali il
vino parve il migliore che essi avessero gran tempo davanti bevuto; per che,
commendatol molto, mentre gli ambasciador vi stettero, quasi ogni mattina con
loro insieme n'andò a ber messer Geri. A' quali, essendo espediti e partir
dovendosi, messer Geri fece un magnifico convito al quale invitò una parte de'
più orrevoli cittadini, e fecevi invitare Cisti, il quale per niuna condizione
andar vi volle. Impose adunque messer Geri a uno de' suoi famigliari che per un
fiasco andasse del vin di Cisti e di quello un mezzo bicchier per uomo desse
alle prime mense.
Il famigliare, forse sdegnato
perché niuna volta bere aveva potuto del vino, tolse un gran fiasco. Il quale
come Cisti vide, disse: - Figliuolo, messer Geri non ti manda a me. –
Il che raffermando più volte il
famigliare né potendo altra risposta avere, tornò a messer Geri e sì gliele
disse; a cui messer Geri disse: - Tornavi e digli che sì fo: e se egli più così
ti risponde, domandalo a cui io ti mando. –
Il famigliare tornato disse: -
Cisti, per certo messer Geri mi manda pure a te. –
Al quale Cisti rispose: - Per certo,
figliuol, non fa. –
- Adunque -, disse il famigliare
- a cui mi manda? –
Rispose Cisti: - Ad Arno. –
Il che rapportando il famigliare
a messer Geri, subito gli occhi gli s'apersero dello 'ntelletto e disse al
famigliare: - Lasciami vedere che fiasco tu vi porti -; e vedutol disse: -
Cisti dice vero -; e dettagli villania gli fece torre un fiasco convenevole.
Il quale Cisti vedendo disse: -
Ora so io bene che egli ti manda a me -, e lietamente glielo impiè.
E poi quel medesimo dì fatto il
botticello riempiere d'un simil vino e fattolo soavemente portare a casa di
messer Geri, andò appresso, e trovatolo gli disse: - Messere, io non vorrei che
voi credeste che il gran fiasco stamane m'avesse spaventato; ma, parendomi che
vi fosse uscito di mente ciò che io a questi dì co' miei piccoli orcioletti
v'ho dimostrato, ciò questo non sia vin da famiglia, vel volli staman
raccordare. Ora, per ciò che io non intendo d'esservene più guardiano tutto ve
l'ho fatto venire: fatene per innanzi come vi piace.
Messer Geri ebbe il dono di Cisti
carissimo e quelle grazie gli rendè che a ciò credette si convenissero, e
sempre poi per da molto l'ebbero e per amico.
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