Edward Hopper - barca
Isole
– Derek Walcott
per Margaret
Nominarle soltanto è la
prosa
Dei diaristi, è rendervi
famose
Per lettori che come
turisti lodano
I letti e le spiagge
come uguali;
Ma le isole possono
esistere solo
Se lì abbiamo amato. Cerco,
Come il clima cerca il
suo stile, di scrivere
Versi asciutti come
sabbia, limpidi come il sole,
Freddi come l’onda
arricciata, ordinari
Come un bicchiere d’acqua
isolana;
Eppure, come un
diarista, assaporo
Le loro stanze infestate
di sale
(Il tuo corpo che agita
il mare increspato
Di lenzuola sgualcite),
i cui specchi smarriscono
Le nostre immagini
rannicchiate nel sonno,
Come parole che l’amore
sperava di usare
Cancellare con le pagine
della risacca.
Quindi, come un diarista
che scriva nella sabbia,
Annoto la pace che hai
donato
A certe isole, scendendo
Scale strette per
accendere le lampade
Contro i rumori dell’onda
notturna, proteggendo
Una lanterna incerta con
la mano,
O soltanto pulendo il
pesce per la cena,
Cipolle, carangidi,
parghi e pane;
E su ogni bacio il gusto
aspro del mare,
E come alla luce della
luna eri attenta
A studiare più di tutto
l’ostinata pazienza
Dell’onda benché sembri
uno spreco.
da Derek Walcott, Nelle vene del mare, a cura di Matteo
Campagnoli
Corriere
delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti
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