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29 marzo 2015

La ballata della masturbatrice solitaria - Anne Sexton

opera di Omar Ortiz


La ballata della masturbatrice solitaria - Anne Sexton

La fine della tresca è sempre morte.
Lei è la mia bottega. Viscido occhio,
sfuggito alla tribù di me stessa,
l'ansimo non ti ritrova. Fo orrore
a chi mi sta a guardare. Che banchetto!
Di notte, da sola, mi sposo col letto.

Dito dopo dito, eccola, è mia.
E' lei il mio rendez-vous. Non è lontana.
La batacchio come una campana. Mi chino
Nel boudoir dove eri solito montarla.
M'hai preso a nolo sul fiorito copriletto.
Di notte, da sola, mi sposo col letto.

Metti ad esempio, stanotte, amor mio,
che ogni coppia s'accoppia
rivoltolandosi, di sopra, di sotto,
in ginocchio s’affronta spingendo
su spugna e piume l'abbondante duetto.
Di notte, da sola, mi sposo col letto.

Così evado dal corpo,
un miracolo irritante. Come posso
mettere in mostra il mercato dei sogni?
Son sparpagliata. Mi crocefiggo.
"Mia piccola prugna" è quel che m'hai detto.
Di notte, da sola, mi sposo col letto.
Poi venne lei, la rivale occhi neri.
Signora dell'acqua si staglia sulla spiaggia,
con un pianoforte in punta di dita,
parole flautate e pudore su labbra.
Mentre io, gambe a X, sembro lo scopetto.
Di notte, da sola, mi sposo col letto.

Lei ti prese come una donna prende
Un vestito a saldo dall'attaccapanni,
e io mi spezzai come si spezza un sasso.
Ti rendo i libri e la roba da pesca.
Ti sei sposato, il giornale l'ha detto.
Di notte, da sola, mi sposo col letto.
Ragazzi e ragazze son tutt'uno stanotte.
Sbottonan camicette, calano cerniere,
si levan le scarpe, spengono la luce.
Le creature raggianti sono piene di bugie.
Si mangiano a vicenda. Che gran banchetto!
Di notte, da sola, mi sposo col letto.


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