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29 aprile 2015

Amor, che lungiamente – Guido delle Colonne

Amor, che lungiamente – Guido delle Colonne

Amor, che lungiamente m’hai menato
a freno stretto senza riposanza,
alarga le toi retene in pietanza,
ché soperchianza - m’a vinto e stancato;
c’ho più durato - ch’eo non ò possanza,
per voi, madonna, a cui porto lianza
più che non fa assessino asorcotato,
che si lassa morir per sua credanza.
Ben este afanno dilittoso amare,
e dolze pena ben si pò chiamare:
ma voi, madonna, de la mia travaglia,
così mi squaglia, - prèndavo merzede,
che bene è dolze mal, se no m’auzide.
Oi dolze cera con guardi soavi,
più bella d’altra che sia in vostra terra,
traiete lo meo core ormai di guerra,
che per voi erra - e gran travaglia ’nd’ ave:
ca sì gran travi - poco ferro serra
e poca pioggia grande vento aterra,
però, madonna, non vi ’ncresca e grave,
s’Amor vi sforza, c’hogni cosa inserra.
E certo no gli è troppo disinore,
quand’omo è vinto d’uno suo migliore,
e tanto più d’Amor che vince tutto;
però non dótto - c’Amor non vi smova:
saggio guerrieri vince guerra e prova.
Non dico c’a la vostra gran bellezza
orgoglio non convegna e stiale bene,
c’a bella donna orgoglio ben convene,
che si mantene - in pregio ed in grandezza.
Troppa alterezza - è quella che sconvene;
di grande orgoglio mai ben non avene.
Però, madonna, la vostra durezza
convertasi in pietanza e si rinfreni;
non si distenda tanto ch’io ne pèra.
Lo sole è alto, e sì face lumera,
e tanto più quanto ’n altura pare:
vostr’argogliare, - donqua e vostra altezze
facciami prode e tornimi in dolcezze.
I’ allumo dentro e sforzo, in far semblanza,
di no mostrar zo che lo meo cor sente.
Oi quant’è dura pena al cor dolente
estar tacente - e non far dimostranza:
ché la pesanza - a la cera consente,
e fanno vista di lor portamenti
(così son volontieri ’n acordanza)
la cera co lo core insembremente.
Forza di senno è quella che soverchia
ardir di core, asconde ed incoverchia.
Ben è gran senno, chi lo pote fare,
saver celare - ed essere signore
de lo suo core quand’este ’n errore.
Amor fa disvïare li più saggi:
e chi più ama men’ ha in sé misura,
più folle è quello che più s’innamora.
Amor non cura - di far suoi dannaggi,
ch’a li coraggi - mette tal calura
che non pò rifreddare per freddura.
Gli occhi a lo core sono gli messaggi
de’ suoi incominciamenti per natura.
Dunqua, madonna, gli occhi e lo meo core
avete in vostra mano, entro e di fore,
c’Amor mi sbatte e smena, che no abento,
sì come vento - smena nave in onda:
voi siete meo pennel che non affonda.

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