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18 maggio 2015

Ode al vento di Ponente - Percy Bysshe Shelley

Claude-Oscar Monet – La promenade sur la falaise
 Ode al vento di Ponente - Percy Bysshe Shelley

I.
Fiato d'Autunno, o Ponente selvaggio
Ch'urgi le foglie, come ombre fuggenti
Da un mago, all'invisibil tuo passaggio,

Gialle, rossomalate, pestilenti
Turbe; e ciascuna alla sua buia cella
Invernal trai le aligere sementi,

Ove la fredda terra le suggella,
Come la tomba i corpi; fin che appena
L'azzurra tua primaveril sorella

Soffia la tromba, fa la terra amena
D'odori, e i germi al suon de' dolci modi
A pascer l'aria come greggi mena:

Spirto selvaggio, che per tutto godi
In serbare e distrugger, m'odi, oh, m'odi!

II.
Tu, fiume dove nuotan nubi a schiere,
Che Cielo e Mare han scosso come fronda
Dai rami lor conserti, messaggere

Di piogge e lampi: - effusi son sull'onda
Tua d'aria azzurra, qual fulgente crine
Irto sul capo d'Evia furibonda,

Al pien colmo del cielo dal confine
D'orizzonte, i capei della Bufera
Che s'approssima; - o pianto sulla fine

Dell'Anno, a cui questa postrema sera
Volta d'ampio sepolcro sia, che annodi
Coi congesti vapor dell'atmosfera

Fin che da quel pregno aer pioggia esplodi
Nera, con fuoco e con gragnola, oh, m'odi!

III.
Tu che il turchin Mediterraneo senti
Per te destarsi, ove in sua calma estiva
Si culla al suon di vitree correnti,

Nel sen di Baia, alla pumicea riva
D'un'isola; ed antiche regge e torri
Nella luce dell'onde ch'è più viva

Vedeva in sonno ei tremolar, d'azzurri
Muschi e fiori ineffabili coperte;
O tu per cui l'Atlantico ove corri,

Si fende in gorghi, mentre giù l'inerte
Selva del mare di limosi biodi
Per lo spavento il suo color converte

D'un tratto, a udir le note tue melodi,
E trema e si dischioma, m'odi, oh, m'odi!

IV.
Oh, foss'io foglia dal tuo soffio mossa,
Volassi io teco, nube senza pondo;
Flutto, fremessi sotto la tua possa!

Parte avess'io nell'impeto, secondo
In libertà, o indomito, a te solo!
Foss'io compagno al tuo vagar sul mondo

Come da bimbo, allor quando il tuo volo
Vincer pareva agevole salita!
Non mai così pregato avrei nel duolo,

Levando a te la voce mia smarrita!
Alzami, foglia, nube, onda leggera!
Sanguino sulle spine della vita!

Curva dall'ore gravi e prigioniera
E' un'anima tua pari, indoma, altiera.

V.
Fammi tua cetra al par del bosco, o Vento!
Che fa, se cadon pur le foglie mie?
Forte, autunnal, mesto e pur dolce accento

Da noi trarran le tue fiere armonie.
Che il mio spirito sia nel tuo converso!
O gagliardo, sii me! Per tutte vie

Reca mie morte idee sull'universo
Come le foglie, a vite suscitare
Nuove! E con la magia di questo verso,

Faville d'inestinto focolare,
Le mie parole fra le genti trai!
Tromba di profezia sii da destare

La terra, ne' miei labbri. Ché s'è omai
Verno, tardar può Primavera assai?

(Traduzione di Mario Praz)

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