Antonio Canova - Paride
Dalle nove –
Costantino Kavafis
Dodici e mezza. È scorso presto il tempo,
dalle nove, che accesi la lampada
e
mi sedetti. Fermo, senza leggere,
senza parlare. Con chi mai parlare,
qua, solitario, in questa casa vuota!
senza parlare. Con chi mai parlare,
qua, solitario, in questa casa vuota!
E
la parvenza del mio corpo giovine,
dalle nove che accesi la lampada,
venne, e mi colse; e mi destò memoria
di certe stanze chiuse profumate,
d’un remoto piacere (e temerario!)
E mi recò dinanzi agli occhi strade
che nessuno conosce più, locali
colmi di movimento, ora spariti,
e teatri, e caffè, che c’erano una volta.
dalle nove che accesi la lampada,
venne, e mi colse; e mi destò memoria
di certe stanze chiuse profumate,
d’un remoto piacere (e temerario!)
E mi recò dinanzi agli occhi strade
che nessuno conosce più, locali
colmi di movimento, ora spariti,
e teatri, e caffè, che c’erano una volta.
E
la parvenza del mio corpo giovine
venne e m’addusse le memorie amare:
separazioni, lutti di famiglia,
sentimenti dei miei, sentimenti
dei morti, di così poco rilievo.
venne e m’addusse le memorie amare:
separazioni, lutti di famiglia,
sentimenti dei miei, sentimenti
dei morti, di così poco rilievo.
Dodici
e mezza. Com’è scorso il tempo.
Dodici e mezza. Come scorsi gli anni.
Dodici e mezza. Come scorsi gli anni.
Trad. Filippo Maria Pontani
Nessun commento:
Posta un commento