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21 giugno 2017

Vridivan, o la città delle vedove - Arabella Salaberry

foto di Jan Masny

Vridivan, o la città delle vedove - Arabella Salaberry

C’è una città perduta
dove le ombre si vestono da donna
e le donne sono solo ombre trascinate dal vento

C’è una città che le raccoglie

Questa città è Vrindavan
E loro sono le vedove di Vrindavan

Sono le vedove le streghe le fattucchiere le vedove
di bianco di triste di amaro
le postergate per aver perduto il proprio uomo

I loro gemiti salgono dagli angoli
inondano la città di Vrindavan
Da prima dell’alba
fino all’incandescenza che precede la luna

Non si vedono
invisibili non esistono
perché donna sola è solo ombra
e noi non sfioriamo la loro ombra
affinché la loro ombra non ci sfiori
perché perfino la loro ombra è disgrazia

Il loro cadavere cadrà nell’annuncio del disprezzo
divorato dai cani
pulito dagli avvoltoi
fino all’ultimo osso

Restano allora carcerate della vita
nel ritratto orrendo dell’abbandono
Sopravvivono non vivono
mentre chiedono a Krishna
il balsamo della morte

Un rintocco di bastoni
ogni sera annuncia il loro ritorno
nell’angolo dell’amnesia

Nella città delle vedove
nella città di Vrindavan

traduzione di Tomaso Pieragnolo

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