foto di Jan Masny
Vridivan, o la città delle vedove - Arabella
Salaberry
C’è una
città perduta
dove le
ombre si vestono da donna
e le donne
sono solo ombre trascinate dal vento
C’è una
città che le raccoglie
Questa città
è Vrindavan
E loro sono
le vedove di Vrindavan
Sono le
vedove le streghe le fattucchiere le vedove
di bianco di
triste di amaro
le
postergate per aver perduto il proprio uomo
I loro
gemiti salgono dagli angoli
inondano la
città di Vrindavan
Da prima
dell’alba
fino
all’incandescenza che precede la luna
Non si
vedono
invisibili
non esistono
perché donna
sola è solo ombra
e noi non
sfioriamo la loro ombra
affinché la
loro ombra non ci sfiori
perché
perfino la loro ombra è disgrazia
Il loro
cadavere cadrà nell’annuncio del disprezzo
divorato dai
cani
pulito dagli
avvoltoi
fino
all’ultimo osso
Restano
allora carcerate della vita
nel ritratto
orrendo dell’abbandono
Sopravvivono
non vivono
mentre
chiedono a Krishna
il balsamo
della morte
Un rintocco
di bastoni
ogni sera
annuncia il loro ritorno
nell’angolo
dell’amnesia
Nella città
delle vedove
nella città
di Vrindavan
traduzione
di Tomaso Pieragnolo
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