Se pure è morto – Costantino Kavafis
“Dov’è sparito, dove s’è nascosto il sapiente?
Dopo tanti miracoli (si sparse
fra tante e tante genti
la fama della sua predicazione),
s’è celato, d’un tratto. Cos’è stato di lui
nessuno sa di certo,
e nessuno ha mai visto la sua tomba.
Qualcuno dice che egli e morto a Efeso.
Ma Dami non l’ha scritto: sulla morte
d'Apollonio non scrive una parola, Dami.
Altri dice che a lindo è sparito.
E chissà che non sia vera quell’altra
voce, d’un’assunzione in cielo, a Creta,
nel vecchio tempio di Dittinna. Ma
c’è poi la sua mirabile
e soprannaturale apparizione
a un giovane studente di Tiana.
Forse non è venuto ancora il tempo
d'una sua nuova comparsa nel mondo,
o forse, ignoto, in una strana metamorfosi,
fra noi s’aggira. – Un giorno apparirà
com’era, in atto d’insegnare il vero: allora
certo riporterà il culto degli dei
nostri, i nostri squisiti riti ellenici”.
Così fantasticava, nel misero abituro,
dopo aver letto il libro di Filostrato
Intorno ad Apollonio di Tiara,
uno dei pochi, dei pochissimi gentili
superstiti. Peraltro – irrilevante
omiciattolo, e vile – egli faceva
in pubblico il cristiano, e andava in chiesa.
Era l’epoca in cui
Regnava, con altissima pietà, Giustino il Vecchio,
e Alessandria, città timorata,
odiava i miserabili idolatri.
Trad. Filippo Maria Pontani
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