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11 luglio 2017

da Elena – Ghiannis Ritsos

foto di NikiFeijen - da magazindomov.ru
da Elena – Ghiannis Ritsos

(…)
Se ne sono andati uno dopo l’altro i vecchi amici. Diradata anche la corrispondenza.
Solo in occasione di qualche festa, di qualche compleanno, una cartolina breve –
un paesaggio stereotipato con le cime merlettate del Taigeto, molto azzurre,
un angolo dell’Eurota con i ciottoli bianchi e gli oleandri,
o le rovine di Mistrà con i fichi selvatici. Ma più spesso
telegrammi di condoglianze. E mai una risposta. Forse
il destinatario era morto nel frattempo – non ne sapevamo di più.

Mio marito aveva smesso di viaggiare. Non apriva più un libro. Gli ultimi anni
era diventato molto nervoso. Fumava ininterrottamente. Di notte passeggiava
nel grande salone, con quelle pantofole marroni sfilacciate
e la lunga camicia da notte. Ogni mezzogiorno, a tavola, se ne veniva fuori
con l’infedeltà di Clitennestra o con la giusta azione di Oreste
come se proferisse una minaccia. Chi ci faceva caso? Non lo ascoltavo più. Eppure
mi mancò molto quando morì – mi mancarono soprattutto quelle sue stupide minacce
come se proprio quelle mi destinassero un posto inamovibile nel tempo,
come se quelle mi impedissero di invecchiare.
Allora immaginavo
Ulisse, anche lui non invecchiato, col suo astuto berretto triangolare,
tirare in lungo il viaggio di ritorno, l’ingegnoso – col pretesto di pericoli fantasiosi,
mentre si abbandonava (sedicente naufrago) ora tra le braccia di Circe
ora tra quelle di Nausicaa, a farsi togliere dal petto le conchiglie, a farsi lavare
con saponette rosa, a farsi baciare la cicatrice sul ginocchio, a farsi spalmare d’olio.

Credo sia giunto a Itaca anche lui; – immagino l’avrà imbacuccato con le sue tele
la sgraziata e grassa Penelope. Da allora non ho più avuto un suo messaggio –
può anche darsi li straccino le ancelle – a che servono ormai? Le Simplegadi
si sono trasferite altrove, in un luogo più interno – le senti
immobili, ammorbidite – più tremende di prima – non schiacciano,
annegano in un liquido denso e nero – non c’è scampo per nessuno.
(…)

da Elena - Traduzione di Nicola Crocetti - Quarta dimensione

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