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3 settembre 2017

da Afrodita - Isabel Allende

da Afrodita - Isabel Allende
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Pane, ben di Dio
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In un racconto di Guy de Maupassant, ogni mattina la giovane servetta di una casa borghese va a comprare il pane con la sua cesta sotto il braccio. Da una finestrina spia il giovane panettiere al lavoro e si porte con sé l’immagine delle ampie spalle, delle braccia forti, della pelle che brilla di sudore e di quelle mani sensuali che impastano e impastano con la risolutezza di un amante, proprio come lei vorrebbe essere toccata. E siccome è un racconto d’amore, il sogno si avvera più che abbondantemente… Quando vedo quei grandi pani campagnoli, inevitabilmente mi viene in mente il panettiere di Maupassant e le sue mani nella pasta e nella carne soda della ragazza… Ci sono mani e mani, alcune pesanti e goffe, altre piccole e forti, leggere e titubanti o grandi e gentili, ma per fare il pane e fare l’amore l’importante è l’intenzione che guida la mano.
In Cile il pane più comune è la marraqueta, a forma di vulva; in Francia la baguette, fallica nell’aspetto, non lo è nel temperamento: è modesta, fidata e mantiene sempre la parola. La si trova in qualsiasi città civilizzata, ma da nessuna parte la baguette è così croccante fuori e morbida dentro come a Parigi. Se il menu contempla un pane diverso, non badarci, con una baguette la tua reputazione è sempre al sicuro, salva quando c’è bisogno di un pane malleabile per quei piatti esotici che si mangiano con le mani. Il suo unico inconveniente è che, non contenendo grassi, si rafferma nel giro di poche ore, e infatti le signore bene francesi la comprano due volte al giorno. Ma non si può pretender questa abnegazione da tutti; comunque puoi far resuscitare la tua baguette spruzzandola d’acqua e riscaldandola in un forno normale per qualche minuto. Se è fossilizzata, pucciala nel latte e dalla al cane. Ma che non ti venga in mente di metterla nel microonde, le spezzeresti il cuore e la sua essenza violata si trasformerebbe in caucciù.
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