Peter Paul Rubens - Diana e Callisto
da Inno ad Artemide – Callimaco
(…)
Ma
quando una bambina con la mamma
si
mostra poco docile, la madre
va
a chiamare i Ciclòpi per la figlia,
Arge
e Sterope. E allora viene avanti
dal
fondo della casa Ermes spalmato
col
nero della cenere. All'istante
si
nasconde impaurita la bambina
nel
seno della mamma, con le mani
davanti
agli occhi. Tu, bambina, invece
anche
la prima volta, benché avessi
solo
tre anni, quando con te in braccio
giunse
Letò (per presentarle i doni
Efesto
l'invitava), poiché Bronte
sopra
le sue ginocchia vigorose
a
sedere ti mise, gli afferrasti
sul
vasto petto un gran ciuffo di peli
e
tirasti con forza. E ancora adesso,
proprio
al centro del petto, gli rimane
senza
peli una zona, come quando
s'insedia
sulla testa l'alopecia
e
devasta la chioma di qualcuno.
Allora,
senza l'ombra di paura,
in
questo modo ad essi si rivolse:
Ciclòpi,
fabbricate anche per me,
suvvia,
qualche arco dei Cidonii e i dardi
ed
un concavo astuccio per le frecce.
Io
pure sono figlia di Letò
come
lo è Apollo. Se con l'arco a caccia
catturerò
una belva solitaria
o
un animale di grandezza immane,
i
Ciclòpi l'avranno come pasto.
Dicesti,
essi eseguirono, ti armasti
rapidamente,
dea. Subito dopo
andavi
alla ricerca della muta.
Ti
recasti in Arcadia, nella grotta
dove
dimora Pan. Carne di lince,
proveniente
dal Ménalo, tagliava,
perché
le cagne di recente parto
potessero
nutrirsi. A te il barbuto
dette
due cani bianchi per metà,
tre
rossicci, uno a macchie, che al covile
i
leoni perfino, ancora vivi,
all'indietro
riversi, sanno trarre,
con
le zanne piantate dentro il collo.
Sette
cagne ti dette Cinosuridi,
più
veloci del vento, rapidissime
i
cerbiatti a rincorrere e la lepre
che
non chiude mai gli occhi e a segnalare
dove
ha il giaciglio il cervo e i covi l'istrice
e
a guidare sulle orme del capriolo.
Di
là partita (e i cani ti seguivano),
trovasti
delle cerve che saltavano
sui
valichi montani del Parrasio.
Qualcosa
di grandioso: pascolavano
più
maestose di tori, sempre a riva
del
fiume Anauro dalla ghiaia nera
e
riluceva l'oro delle corna.
(…)
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