Pompeo Batoni - Diana e Cupido
da Inno ad Artemide – Callimaco
(…)
Ridendo
assentì il padre e le rispose,
carezzandola:
Se mi partorissero
le
dèe creature simili, pochissimo
avrei
pensiero di Era, che si adira
per
gelosia. Le cose che mi chiedi
e
di cui ti accontenti, eccoti, figlia.
Altre
cose più grandi darà il padre:
trenta
città, non una sola torre,
trenta
città ti donerò per giunta
che
nessun altro dio celebreranno,
ma
solo te, dicendosi di Artemide;
molte
città sul continente ed isole
con
altri da dividere, ed in tutte
altari
vi saranno per Artemide
e
boschi sacri, e tu sarai custode
delle
strade e dei porti.
Così detto
confermò
con il capo le parole.
E
la fanciulla andò sul monte Bianco,
nell'isola
di Creta, su cui crescono
chiome
di boschi, e andò di lì all'Oceano.
E
numerose ninfe per sé scelse
tutte
di nove anni, tutte ancora
bambine
che non portano cintura
ed
il fiume Cerato era ben lieto
e
lieta Tethi, che le loro figlie
mandavano
alla figlia di Letò
come
compagne. Quindi alla ricerca
si
recò dei Ciclòpi. Li raggiunse
nell'isola
di Lipari (oggi Lipari
ma
allora si chiamava Meligunide)
che
stavano alle incudini di Efesto
intorno
ad una massa incandescente.
Un
gran lavoro urgeva; fabbricavano
un
abbeveratoio per i cavalli
a
Poseidone. Furono atterrite
le
ninfe nel vedere i mostri orrendi,
che
parevano i vertici dell'Ossa
(a
tutti la pupilla di un sol occhio,
grande
come uno scudo ricavato
da
quattro cuoi di bue, lanciava sguardi
terrificanti
sotto il sopracciglio),
e
quando il suono cupo dell'incudine
udirono
echeggiare fortemente
e
il gran vento dai mantici soffiato
e
il pesante ansimare dei Ciclòpi.
Ne
risonava l'Etna, la Trinacria
ne
risonava, sede dei Sicani,
ne
risonava la vicina Italia
e
un gran rimbombo rimandava Cirno,
quando
i martelli alzando sulle spalle
e
battendo con ritmo ininterrotto,
dalla
fornace, il rame che bolliva
o
il ferro, con gran forza sospiravano.
Perciò
mancò il coraggio alle Oceanine
di
vederli di fronte e di ascoltare
il
cupo suono, senza aver timore.
Non
c'è da vergognarsi: anche le figlie
non
più tanto piccine dei beati
non
li vedono senza raccapriccio.
(…)
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