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1 novembre 2017

Romanza di Don Boyso – Federico Garcia Lorca

opera di Vittorio Matteo Corcos
Romanza di Don Boyso – Federico Garcia Lorca

Cammina Don Boyso
nel mattino freddo
verso la terra dei mori
a cercarsi una Fidanzata.
La trovò che lavava
alla fonte fredda.
Che cosa fai, mora,
figlia d'ebrea?
Lascia che il mio cavallo
beva l'acqua fredda.
Scoppi il cavallo
e il suo padrone,
ché non sono mora
né figlia d'ebrea.
Sono una cristiana
che è qui prigioniera.
Se fossi cristiana
ti porterei via
e in vesti di seta
t'avvolgerei:
ma se fossi mora
ti lascerei.

La prese a cavallo
per vedere quel che diceva:
per sette leghe
la ragazza non parlò.
Passando per un campo
di verdi olive,
su quei prati
come piangeva.
Ah prati! Ah prati!
prati della mia vita.

Quando il re mio padre
piantò quest'ulivo,
lui lo piantava,
io lo aiutavo,
mia madre la regina
la seta tesseva,
mio fratello don Boyso
inseguiva i tori.
E come ti chiami?
Io sono Rosalinda,
così mi chiamarono
perché quando nacqui
una bella rosa
in seno portavo.
Allora per questi segni
tu sei mia sorella.
Apra mia madre
le porte dell'allegria,
invece della nuora
le porto sua figlia.
 

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