Pagine

11 aprile 2018

Da “Uomini nudi” – Alicia Giménez-Bartlett

opera di Jack Vettriano

Da “Uomini nudi” – Alicia Giménez-Bartlett

(…)
Alla fine del pranzo ci sentiamo pigri, un po’ ebbri. Torniamo a letto e facciamo di nuovo l’amore. Poi ci addormentiamo tuti e due. Quando mi sveglio la luce del giorno non c’è più. Mi alzo e preparo un tè. Lo sto bevendo nel soggiorno quando compare lei, ancora tutta nuda.
“Vorrei parlarti” mi dice, e sento suonare un campanello d’allarme.
“Forza, ti ascolto”.
“Ho la sensazione che tu non sarai mai il mio toy-boy”.
“Mi fa piacere che tu lo dica perché è vero. È finita, non sarò più il toy-boy di nessuna”.
“Non ti pagherò più”.
“Mai più”.
“Non te l’ho mai detto, ma con te ho scoperto una dimensione del sesso che mi era sconosciuta”.
L’emozione che provo mi impedisce di risponderle. Le sfioro una guancia con la mano, la accarezzo.
“Ma c’è una cosa di cui voglio pregarti, Javier, una cosa precisa”.
Tace, i fissa. Adesso è seria. Alla fine lo dice ben chiaro:
“Voglio che facciamo una cosa a tre, con Ivàn”.
Rimango senza fiato. Mi sfugge un risolino stupido. Lei continua sullo stesso tono:
“Ho sempre avuto questa fantasia. Come sarà con due uomini contemporaneamente? Una sola volta mi basta. Se mi sento a disagio, o sopraffatta dalla situazione, ve lo dico e smettiamo”.
Avrei bisogno di più tempo per capire come comportarmi, che cosa risponderle. Sono quasi stordito, non riesco a riordinare le idee. Calma, devo stare calmo. Adesso che tutto sta andando per il verso giusto sarebbe fatale contrariarla. Vediamo. In fondo la sua richiesta è una dimostrazione di complicità e i fiducia. E poi è come un addio al passato. I tempi del lato oscuro sono finiti. Ma prima che possa cominciare una nuova fase luminosa le sente di dover passare attraverso un rito. Di pagare un pegno. Un triangolo sarebbe come una specie di gran finale, un’esplosione di fuochi d’artificio. Di lì in poi comincerà il futuro. L’evoluzione del rapporto con Irene è stata un processo duro, lento, doloroso, ma ormai ci siamo.
“Non sarai geloso, vero?”.
Le rispondo di no, le dico che va bene, faremo questa cosa a tre e ne parlerò io stesso a Ivàn.

E questa che cazzo di novità sarebbe? Mi mette anche paura, perché quella è capacissima di avergli raccontato della nostra scopata selvaggia dell’altra volta. E invece no, mentre il prof mi spiega tutta la faccenda capisco che non ne sa niente. Meno male! E allora, com’è che vuol fare questa cosa? È assurdo.
“La nostra vita cambierà. Sembra che avrò questo lavoro e allora… il nostro rapporto sarà diverso”.
“Andrete a vivere insieme?”.
“Forse succederà anche questo, ma in una seconda fase. Prima deve cambiare la qualità della relazione. Poi cambieremo anche le abitudini”.
“E tra una fase e l’altra, un po’ di sesso a tre”.
“Non sei divertente”.
“Non t’incazzare, prof! Solo che a me tutto questo sembra parecchio strano”.
“Per lei è come un addio a certe cose”.
“Un capriccio che si toglie”.
“Anche. Prima di voltare pagina”.
“Allora diventi il suo fidanzato”.
“Non lo so ancora che cosa diventerò: il suo fidanzato, il suo compagno, il suo migliore amico… il nome non importa”.
“Però non ti pagherà”.
“No, non mi pagherà”.
“E a me? A me mi paga se vengo a letto con voi?”.
“Se non ti paga lei, ti pago io”.
“Neppure tu sei divertente. Senti, io per te faccio qualunque cosa gratis, ma per Irene no. Spero che questo non ti dia fastidio”.
“Le dirò che ti paghi. Non c’è nessun problema”.
Porca puttana, ma come se le inventano certe cose? Va bene che la tipa vuole farsi la scopata della sua vita, ma cosa significa che devo essere io il terzo? Lo so io cosa vuole, quella puttana, vuole metterci l’uno contro l’altro. Prima, viene a letto con me. Poi si fa venire quest’idea. Che a me sembra una trappola bastarda. Se mi do da fare, male, perché c’ lui presente. Ma se rimango lì come una mummia, peggio ancora. Insomma, se potessi ne farei volentieri a meno, ma già che siamo in ballo balliamo, farò quello che posso, mi piglio i soldi e tanti saluti. Quello che succede dopo non mi interessa, che si arrangino tra loro. Mi scoccia però che quando comincerà la fase due e andranno a vivere insieme, io il professore lo vedrò molto meno. Non lavoreremo più insieme, e di uscire tutti e tre non se ne parla proprio. Io quella è meglio che non la rivedo, perché se un giorno mi scappa la mano la gonfio di botte. Cosa vogliamo farci, la vita è così, non sai mai cosa ti capita.
(…)

Nessun commento:

Posta un commento