Fernando Botero - Le sorelle
da “Gabriella
garofano e cannella” – Jorge Amado
(…)
Si schermirono, vezzeggiarono, si fecero pregare, ed
accettarono. Non senza prima dichiarare che lo facevano esclusivamente per
Nacib, giovane distinto. Dove s’era mai visto ordinare il giorno prima un
pranzo per trenta persone e tutte importanti? Senza considerare il tempo tolto
per il presepio, non sarebbe avanzato neppure un attimo per tagliare mezza
figura. Oltre a dover trovare qualche aiutante...
- Avevo dato una mezza parola a due ragazze per aiutare
Filomena...
- No... Oh no... Preferiamo donna Jucundina e le figlie.
Siamo già abituate con lei. E poi cucina bene.
- Accetterebbe di venirmi a cucinare in casa?
- Chi? Jucundina? Non ci pensate nemmeno Nacib: e la sua
casa, e i tre figli già grandi, e il marito, chi ci pensa? Per noi, una volta
tanto, lei viene, per amicizia...
Chiesero una cifra enorme, una pazzia. Con il prezzo già
fissato quel pranzo non gli avrebbe fruttato nulla.
Se non fosse stato perché Nacib aveva già preso l’impegno
con Moacir e il russo... Ma era uomo di parola, non avrebbe lasciato gli amici
senza cena per gli invitati. Come pure non avrebbe lasciato il bar senza
dolcetti e salatini. Se l’avesse fatto avrebbe perduto la clientela con un
danno ancora maggiore. Ma non poteva durare più di qualche giorno; altrimenti,
dove sarebbe andato a finire?
- È tanto difficile trovare una buona cuoca, - si lamentò
Florzinha.
- Quando ce n’è una se la disputano, - concluse
Quinquina.
Era vero.
Una buona cuoca ad Ilhéus valeva oro. Le famiglie ricche
le mandavano a prendere ad Aracajù, a Feira-de-Sant’Ana, ad Estancia.
- Allora va bene. Mando Chico Moleza per le compere.
- Prima è, meglio è, Nacib.
Si alzò, dette la mano alle zitelle. Guardò ancora una
volta le riviste e il presepio:
- Porterò le riviste, state tranquille. E grazie per
avermi tolto da...
- Non c'è di che. Lo facciamo per lei. Però dovrebbe
sposarsi, Don Nacib. Se fosse sposato non le succederebbero queste cose...
- Con tutte le donne nubili di questa città... E capaci.
- Ne conosco una che va benissimo per lei, Don Nacib.
Donna a posto, senza grilli per la testa, non è come quelle che pensano solo al
cinema e al ballo... Distinta, sa anche suonare il piano. È soltanto povera...
La mania delle zitelle era quella di procacciare
matrimoni.
Nacib rise:
- Quando deciderò di sposarmi verrò subito
qui, a cercare una sposa.
(…)
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