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7 maggio 2018

da “La relazione” – Andrea Camilleri

dipinto di Susan Ryder
 da “La relazione” – Andrea Camilleri
(…)

Il trillo del campanello lo fa sobbalzare. Immagina per un attimo di trovarsi di fronte la sconosciuta. Un’alterazione minima del battito del cuore. Va ad aprire. La Baronessa Margherita Ardigò lo fissa imperiosa.
“Se tra dieci minuti non sale su a cenare con noi non le rivolgerò mai più la parola.”
È stata Mutti a raccomandarlo alla Baronessa e quella ha preso sul serio il compito assegnatole. Non può sottrarsi, rifiutare per la terza volta l’invito suonerebbe come un’offesa ingiustificata.
Oltre a Mauro c’è un altro ospite, Giorgio, nipote adorato della Baronessa. Di lui Mauro sa solo che è un trentenne scapolo che ama la bella vita, le auto sportive costosissime e che si veste con trasandata eleganza. Dove lavori, cosa faccia, un mistero. Mutti sostiene che Giorgio deve essere una specie di gigolò o qualcosa d’affine e che viene a trovare spesso la zia perché questa stravede per lui ed è felice di allargare i cordoni della borsa. Meno male che quella sera c’è lui a tenere banco, perché diversamente per tutta la cena Mauro avrebbe dovuto sorbirsi i noiosi monologhi della Baronessa, dato che il Barone suo marito,
essendo totalmente sordo e alquanto svanito, preferisce starsene in silenzio. Giorgio sta raccontando di un suo recente viaggio d’affari a Berlino, affari non meglio precisati, quando la Baronessa l’interrompe: “Ci sei andato solo?»”
Sempre secondo Mutti pare che la zia pretenda da Giorgio, in cambio delle sostanziose regalie, il racconto minuzioso e dettagliato delle avventure amorose.
“Solissimo.”
“Non ti credo.”
“Devi credermi invece, sono partito da solo perché ero certo che lì avrei trovato compagnia.”
“E l’hai trovata?”
“Certamente. Fin dalla prima sera mi è stata presentata una ragazza che sarebbe stata la mia accompagnatrice per tutta la durata del soggiorno.”
“Era una loro impiegata?”
“Ma no, zia! Sono ragazze che fanno proprio questo mestiere. Oltre ad essere di bell’aspetto sono anche abbastanza colte. La mia parlava italiano, inglese e francese.”
“Accompagnano anche in camera da letto?”
“Solo se ne hanno voglia, non ne sono obbligate, queste prestazioni non rientrano nel contratto.”
“Mi faccia capire” interviene Mauro. “Lei ha firmato un contratto con la ragazza?”
Giorgio ride.
Io no, ma quelli che me l’hanno procurata credo di si. Se non si è trattato di un vero contratto, hanno sottoscritto qualcosa di simile.”
“Con la ragazza?”
“Con lei no, ma con l’agenzia dalla quale dipende.”
“Ce ne sono anche in Italia di queste agenzie?”
“Certamente.”
Non è stato lei a telefonare all’agenzia?

La cena non si è prolungata in un dopocena perché la Baronessa usa andare a letto presto
(…)



da “La relazione” – Andrea Camilleri
(…)

Il trillo del campanello lo fa sobbalzare. Immagina per un attimo di trovarsi di fronte la sconosciuta. Un’alterazione minima del battito del cuore. Va ad aprire. La Baronessa Margherita Ardigò lo fissa imperiosa.
“Se tra dieci minuti non sale su a cenare con noi non le rivolgerò mai più la parola.”
È stata Mutti a raccomandarlo alla Baronessa e quella ha preso sul serio il compito assegnatole. Non può sottrarsi, rifiutare per la terza volta l’invito suonerebbe come un’offesa ingiustificata.
Oltre a Mauro c’è un altro ospite, Giorgio, nipote adorato della Baronessa. Di lui Mauro sa solo che è un trentenne scapolo che ama la bella vita, le auto sportive costosissime e che si veste con trasandata eleganza. Dove lavori, cosa faccia, un mistero. Mutti sostiene che Giorgio deve essere una specie di gigolò o qualcosa d’affine e che viene a trovare spesso la zia perché questa stravede per lui ed è felice di allargare i cordoni della borsa. Meno male che quella sera c’è lui a tenere banco, perché diversamente per tutta la cena Mauro avrebbe dovuto sorbirsi i noiosi monologhi della Baronessa, dato che il Barone suo marito,
essendo totalmente sordo e alquanto svanito, preferisce starsene in silenzio. Giorgio sta raccontando di un suo recente viaggio d’affari a Berlino, affari non meglio precisati, quando la Baronessa l’interrompe: “Ci sei andato solo?»”
Sempre secondo Mutti pare che la zia pretenda da Giorgio, in cambio delle sostanziose regalie, il racconto minuzioso e dettagliato delle avventure amorose.
“Solissimo.”
“Non ti credo.”
“Devi credermi invece, sono partito da solo perché ero certo che lì avrei trovato compagnia.”
“E l’hai trovata?”
“Certamente. Fin dalla prima sera mi è stata presentata una ragazza che sarebbe stata la mia accompagnatrice per tutta la durata del soggiorno.”
“Era una loro impiegata?”
“Ma no, zia! Sono ragazze che fanno proprio questo mestiere. Oltre ad essere di bell’aspetto sono anche abbastanza colte. La mia parlava italiano, inglese e francese.”
“Accompagnano anche in camera da letto?”
“Solo se ne hanno voglia, non ne sono obbligate, queste prestazioni non rientrano nel contratto.”
“Mi faccia capire” interviene Mauro. “Lei ha firmato un contratto con la ragazza?”
Giorgio ride.
Io no, ma quelli che me l’hanno procurata credo di si. Se non si è trattato di un vero contratto, hanno sottoscritto qualcosa di simile.”
“Con la ragazza?”
“Con lei no, ma con l’agenzia dalla quale dipende.”
“Ce ne sono anche in Italia di queste agenzie?”
“Certamente.”
Non è stato lei a telefonare all’agenzia?

La cena non si è prolungata in un dopocena perché la Baronessa usa andare a letto presto
(…)
 

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