dipinto di Fabian Perez
Sonetto LVII – Pablo NerudaMentono quelli che dicono ch'io persi la luna,
quelli che profetizzarono il mio avvenire d'arena,
affermaron tante cose con lingue fredde:
vollero proibire il fior dell'universo.
«Più non canterà l'ambra ribelle
della sirena, non ha che popolo».
E masticavan le lor carte incessanti
patrocinando l'oblio per la mia chitarra.
Io gli gettai negli occhi le lance abbacinanti
del nostro amore che penetravano il tuo cuore e il mio,
reclamai il gelsomino che lasciavan le tue orme,
mi persi di notte senza luce sotto le tue palpebre
e quando la chiarità mi avvolse
nacqui di nuovo, padrone della mia tenebra stessa.
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