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4 maggio 2018

Sonetto XXXV – Pablo Neruda

opera di Eric Bowman
Sonetto XXXV – Pablo Neruda

La tua mano andò volando dai miei occhi al giorno.
La luce entrò come un roseto aperto.
Arena e cielo palpitavano come un
culminante alveare tagliato nel turchese.

La tua mano toccò sillabe che tintinnavano, coppe,
oliere, piene d'oli gialli,
corolle, fonti e, soprattutto, amore,
amore: la tua mano pura preservò i cucchiai.

La sera se n'andò. La notte fece scender con cautela
sopra il sonno dell'uomo la sua capsula celeste.
Un triste odor selvaggio sprigionò la madreselva.

E la tua mano tornò dal volo volando
a chiudere il suo piumaggio ch'io credetti perso
sopra i miei occhi divorati dall'ombra.

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