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16 giugno 2018

da “L'assaggiatrice” - Giuseppina Torregrossa

dipinto di Kenne Gregoire
da “L'assaggiatrice” - Giuseppina Torregrossa
(…)
un ometto insignificante, basso e un po’ grassoccio, la faccia tonda e la testa grossa rispetto al corpo, i capelli castani e corti, un paio di occhiali davanti agli occhi da miope, le gambe leggermente corte.
“Segni particolari?”.
“Nessuno”.
“Cosa indossava?”.
“Una maglia rossa e un paio di pantaloni di velluto blu, larghi, comodi; mocassini marroni, un orologio d’oro al polso”.
La descrizione di Gaetano mi esce dalla bocca con difficoltà. Il poliziotto di turno mi ascolta imbarazzato. “Quarantacinque anni, un uomo qualunque, come ce ne sono tanti. Ma perché sparire così, nel nulla? E lasciare la moglie e due figlie piccole?”, aggiungo con un’espressione di stupore sul volto.
Gli agenti, gentili nei modi e nelle parole, si alternano nella stanza. Mi permettono di fumare senza limiti né condizioni, un po’ perché lo fanno tutti, un po’ per allentare la tensione che si taglia con il coltello. Mi hanno pure offerto il caffè e una sfincia di San Giuseppe. Quanto mi piacciono! E’ una festa quando le preparo in casa. Le picciridde si leccano le dita una a una. Io ci metto pure il cioccolato a gocce. Quella che ho mangiato l’hanno presa sicuro al bar qua sotto e infatti m’è sembrata un poco passatella. La pasta era dura e non voleva scendere neanche quando mi sono data due botte sul petto. La verità è che ho lo stomaco sottosopra e l’ho ingoiata perché non volevo offendere l’ispettore. E poi si dice che chi non accetta non merita.
Il commissariato è un appartamento caldo e mal frequentato, al primo piano di un edificio moderno al centro di Tummìna, così si chiama il mio paese.
Ne hanno di lavoro i poliziotti, da quando il consiglio comunale è stato sciolto per mafia; molti funzionari sono stati arrestati, altri sospesi e poi ci sono stati diversi morti ammazzati. Ora è stato nominato un commissario straordinario con il compito di riportare la legalità. Mio marito è ingegnere e lavora da molti anni per il Comune. Un anno fa lo hanno messo a capo dell’ufficio tecnico, un incarico molto delicato. Sono sicuro che la notizia della scomparsa di Gaetano ha già fatto il giro dei bar e l’effetto è quello di una bomba che esplode in una piazza affollata. Delitto di mafia, fuga, rapimento, lupara bianca… Mi sembra già di sentire le voci dei paesani che parlano e straparlano.
“Lo sapete che nova c’è? U geometra… spirì!”
“Casomai ‘ngignieri”.
“Non si trovano chiu, né u geometra e mancu u ‘ngignieri”.
“Magari è appresso a una buttana”.
“Seh, quello ha gana solo di travagghiare e di mangiare”
“Anciluzza, mnischina”. Oddio che confusione! La testa devo tenerla tra le mani per non farla girare.
(…)

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