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1 giugno 2018

Lo sparviero - Yves Bonnefoy

dipinto di Paul Schulenburg
Lo sparviero - Yves Bonnefoy

Tanti anni fa,
a V.,
abbiamo visto il tempo giungere dinanzi a noi
che guardavamo dalla finestra aperta
della camera sopra la cappella.
Era uno sparviero,
raggiungeva il nido scavato nel muro.
Stringeva nel becco un serpente morto.
Appena ci vide
gridò di collera e d’angoscia pura
ma senza lasciare la preda e, immobile
nella luce dell’alba,
formò con essa l’emblema stesso
del principio, del centro e della fine.

Ed erano là
nel paese d’estate, vicinissimo al cielo,
numerosi vasi, accostati; e da ognuno
si levava una fiamma; e di ogni fiamma
diverso era il colore, che brusiva,
vapore o sogno, o mondo, sotto la stella.
Si sarebbe detto un affaccendarsi d’anime, attese
A un pontile in capo a un’isola.
Mi sembrava anche di udire parole, o quasi
(quasi, o per difetto, o per eccesso
dell’inferma potenza del linguaggio),
passare, come un fremito del calore
nell’aria fosforescente che fondeva
in uno tutti quei colori: alcuni mi sembravano,
di lontano, sconosciuti.
Li toccavo, non bruciavano.
Vi affondavo la mano, no, non afferravo nulla
Di quei grappoli di un altro frutto, nulla se non la luce.

traduzione di Davide Bracaglia

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