dipinto di Janet Paden
da “Nel giardino del
diavolo” - Stewart Lee Allen
(…)
Secondo le streghe, la mandragora cresceva meglio sotto gli
alberi dove venivano impiccati i criminali condannati a morte, poiché il
liquido che gocciolava dai loro corpi dopo l’esecuzione costituiva un
fertilizzante naturale, ideale per la pianta; quando se ne tagliavano i rami o
le radici, la pianta emetteva terribili lamenti che raggelavano il sangue e
rendevano folli chi li ascoltava. L’unico modo sicuro per coglierne un
esemplare, dopo essersi prudentemente tappati le orecchie con della cera, era
fissare una corda al tronco e farla tirare da un cane nero, allettandolo con
della carne fresca di asino, finché la pianta
non veniva completamente sradicata. Il cane, naturalmente, moriva
tra atroci sofferenze.
Sia il pomodoro sia la mandragora appartengono alla
famiglia delle Solanacee. Il frutto di entrambe va dal rosso vivo al giallo.
Ma sebbene siano stati fatti vari tentativi di incroci per produrre
pomodori narcotici, le due piante differiscono in maniera sostanziale. Nella
considerazione popolare, comunque, esse sono state sempre accomunate e chiamate
per secoli con lo stesso nome, pomo dell’amore. Questa confusione era avvalorata
da una serie di storie che sembravano collegare in qualche modo le due piante
al Paradiso terrestre. Gli scrittori medievali, per esempio, ritenevano che la
mandragora fosse il primo tentativo divino di creare l’uomo (ecco spiegate
quelle strane radici). Ciò sottintendeva che essa fosse originaria dell’Eden,
che nel frattempo (siamo nel XVII secolo) l’immaginario popolare aveva
definitivamente collocato in America Latina, luogo d’origine del pomodoro. Ciò
concorda perfettamente con la teoria secondo la quale il termine italiano pomodoro
(letteralmente mela d’oro) si riferiva alle mele d’oro che crescevano nel
Giardino delle Esperidi dell’antica mitologia greca. Sembra che i chierici
cristiani concordassero nel ritenere che il Giardino delle Esperidi, un luogo
circondato da mura e protetto dagli spiriti, fosse proprio l’Eden, e che il
magico frutto che in esso si trovava fosse proprio il
famoso bocconcino consumato da Eva. In un racconto popolare si narrava persino
di due elefanti, che rappresentavano Adamo ed Eva, scacciati dal Paradiso per
aver mangiato delle mandragore. Alcuni giunsero ad affermare che il pomodoro
era in effetti l’altro frutto proibito dell’Eden. Quando, agli inizi del
Settecento, il dottor Siccaary, un oscuro immigrante ebreoportoghese, portò i
pomodori nel Nordamerica, sparse la voce che essi provenivano dall’albero della
vita eterna che si trovava in Paradiso, affermando che “chi mangiava queste mele
in quantità sufficiente non sarebbe mai morto”.
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