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13 agosto 2018

da “Nel giardino del diavolo” - Stewart Lee Allen

opera di Ivana Pinaffo
da “Nel giardino del diavolo” - Stewart Lee Allen
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I cristiani snobbarono prudentemente il pomodoro per almeno centocinquant’anni e fu soltanto agli inizi del XVIII secolo che questo frutto incominciò a essere ammesso sulle tavole, soprattutto in Italia, come semplice elemento decorativo. Il resto del mondo occidentale continuò a tenersene alla larga. Si diceva che il pomodoro facesse cadere i denti, che il suo profumo rendesse folli. Molti americani lo ritenevano troppo brutto per mangiarlo. Alla fine dell’Ottocento la figlia di Montague Alwood, un noto botanico inglese, scrisse che il momento culminante di un tè pomeridiano in casa di suo padre fu “la presentazione di questo nuovo, meraviglioso frutto, o bisognerebbe definirlo verdura?”. Ancora nel XX secolo scrittori come Henry LeClerc classificavano il pomodoro, assieme alla mandragora, nel novero dei “frutti malefici… infidi e ingannevoli”.
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