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8 agosto 2018

da “Sotto le ciglia chissà” - Fabrizio De Anrè

dipinto di Andrew Wyeth
da “Sotto le ciglia chissà” - Fabrizio De Anrè

Noi siamo dei venditori. Bisogna vedere se siamo abbastanza onesti da vendere carne fresca oppure carne marcia.
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Preferisco di gran lunga un pubblico menefreghista, che magari chiacchiera o mangia panini, piuttosto che un pubblico immobile che sta a fissarmi con gli occhi sbarrati cogliendo ogni piccola goccia di sudore e ogni minimo tremolio della mano. Solo in mezzo a gente rilassata e distratta spero di abituarmi piano piano al contatto umano.
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Io ogni sera desidererei rivolgermi al pubblico e dire loro che tutto quello che avete ascoltato fino ad ora è assolutamente falso, come sono assolutamente veri i sentimenti e gli ideali che mi hanno portato a scrivere queste canzoni. Ma con gli ideali e con i sentimenti si costruiscono delle realtà sognate. La realtà, quella vera, è quella che ci aspetta fuori. E per modificarla, se vogliamo modificarla, c’è bisogno di gesti concreti e reali.

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