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24 agosto 2018

Iliade, libro II, vv 707,735 - Omero

Iliade, libro II, vv 707,735 - Omero

   Ma gl’incoli d’Eubéa gli arditi Abanti,
Eretrïensi, Calcidensi, e quelli
Dell’aprica vitifera Istïea,
E di Cerinto in una i marinari,
E i montanari dell’alpestre Dio,
E quei di Stira e di Caristo han duce
Il bellicoso Elefenór, figliuolo
Di Calcodonte, e sir de’ prodi Abanti.
Snellissimi di piè portan costoro
Fiocchi di chiome su la nuca, egregi
Combattitori, a maraviglia sperti
Nell’abbassar la lancia, e sul nemico
Petto smagliati fracassar gli usberghi.
E quaranta di questi eran le vele.
   Della splendida Atene ecco gli eroi,
Popolo del magnanimo Erettéo
Cui l’alma terra partorì. Nudrillo
Ed in Atene il collocò Minerva
Alla sant’ombra de’ suoi pingui altari,
Ove l’attica gente a statuïto
Giro di soli con agnelli e tauri
Placa la Diva. Guidator di questi
Era il Petíde Menestéo. Non vede
Pari il mondo a costui nella scïenza
Di squadronar cavalli e fanti. Il solo
Nestor l’eguaglia, perchè d’anni il vince.
Cinquanta navi ha seco. Unîrsi a queste
Sei altre e sei di Salamina uscite,
Al Telamonio Aiace obbedïenti.

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