Vignetta di Mauro Biani per "il manifesto"
In una grande colonia
greca – Costantino Kavafis
200 a.C.
Non c’è il minimo dubbio, è palese
che le cose non vanno bene in questo Paese.
Benché tiriamo in qualche modo
avanti,
è forse giunto il tempo – come
pensano tanti –
di far venire un Gran
Riformatore.
Ma qualcosa è d’ostacolo
all’impresa:
questi Riformatori hanno pretesa
di fare grandi storie di ciascuna
cosa (poterne fare a meno, che
fortuna!).
Sopra questioni di nessun valore
Fanno indagini, lunghe
inquisizioni,
piani di radicali modificazioni,
e d’attuarli senza remore hanno
cura.
Hanno poi una tendenza al
sacrificio:
“A
quel possesso rinunziate: lo dovete!
La
vostra occupazione è malsicura.
Certo,
tali possessi recano pregiudizio.
Dovete
rinunziare a quest’entrata
e a
quest’altra, alla prima strettamente legata,
e a
questa pure, che da quelle è derivata.
Sono
essenziali, sì. Ma che volete?
Responsabilità
ne vengono, e non liete”.
E quanto più procedono, eccoli
reperire
cose e cose superflue, che
vogliono abolire.
Sopprimerle, peraltro, è cosa
dura.
Partono, se Dio vuole, fatta
l’opera attesa,
dopo avere fissato e potato (in
contanti
ricevono un compenso giusto, come
d’intesa):
vedremo adesso cosa resta, dopo
l’intervento chirurgico saggio e
risolutore.
Forse non era il tempo. Via, non
siamo zelanti
oltre misura! E’ un rischio la
fretta, nelle imprese.
E dei provvedimenti prematuri ci
si pente.
Sono molte le cose storte, ahimè
nel Paese:
ma di perfetto, al mondo, non c’è
niente.
E dopo tutto, via, tiriamo avanti”.
Trad. Filippo Maria Pontani
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