opera di Peregrine Heathcote
da “Crocevia” - Mario
Vargas Llosa
(…)
Arrivarono
a Miami alle prime luci dell’alba. All’aeroporto, Chabela andò a ritirare
l’automobile che aveva affittato da Lima e, siccome a quell’ora c’era poco
traffico, raggiunsero in breve tempo la casa di Luciano, in un palazzo di
Brickell Avenue affacciato sul mare e su Key Biscayne. Il portiere con divisa e
cappello che parlava con l’accento cubano scaricò le valigie e le accompagnò
all’appartamento, un attico moderno con vista panoramica sulla spiaggia. Marisa
c’era già stata una volta, facendo tappa per New York, ma erano passati due
anni. Le parve che vi fossero dei quadri nuovi alle pareti – tra gli altri il
Lam che prima avevano nella casa di Lima, al quale se n’era aggiunto uno di
Soto e un disegni di Morales - e che avessero cambiato l’arredamento.
-
E’ venuto benissimo, Chabelita, - disse. - Come è bello il mare da qui. Andiamo
sul terrazzo.
Il
portiere aveva lasciato le valigie nell’ingresso. A quell’ora del mattino la
vista dal terrazzo, con la luce incerta, le chiome degli alberi, la lunga fila
di palazzi di Kek Biscayne e lòa schiuma bianca delle onde che increspava
simmetricamente la superficie verde-azzurro dell’oceano, era eccezionale.
-
Se ti va, possiamo riposare un po’ e poi scendere in spiaggia a fare un
bagnetto, - disse Chabela; Marisa ebbe un tuffo al cuore sentendo l’amica che
le parlava all’orecchio, introducendovi l’alito tiepido insieme alle parole.
L’aveva presa per i fianchi e la stringeva a sé.
(…)
Traduzione
di Federica Niola, Giulio Einaudi Editore s.p.a. Torino 2016
Nessun commento:
Posta un commento