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9 settembre 2018

da “Avversario segreto” - Agatha Christie

da “Avversario segreto” - Agatha Christie

«Tommy, vecchio mio!»
«Tuppence, da quanto tempo!»
I due giovani con le loro vivaci espressioni di affetto, bloccarono per brevi istanti l’uscita della metropolitana a Dover Street. Messi assieme, gli anni di entrambi non sarebbero arrivati a quarantacinque.
«Non ti vedo da un secolo» disse il giovane. «Dove sei diretta? Vieni a prendere qualcosa con me. Qui stiamo ostruendo il passaggio, e ci guardano tutti un po’ male. Usciamo.» La ragazza assentì, e insieme si avviarono verso Piccadilly.
«Bene, dove possiamo andare?» chiese Tommy.
La leggera ansietà che la voce del giovane lasciava trapelare non sfuggì alla signorina Prudence Cowley, chiamata Tuppence dagli amici più intimi, per qualche misteriosa ragione.
«Tommy, tu sei al verde!».
«Neanche per sogno!» dichiarò lui in tono poco convincente. «Nuoto nei soldi!»
«Sei sempre stato un emerito bugiardo» replicò Tuppence severamente. «Una volta sei perfino riuscito a persuadere sorella Greenbank che il dottore ti aveva ordinato la birra come tonico, ma si era dimenticato di scriverlo sulla cartella clinica. Ti ricordi?»
«Certo che me ne ricordo!» sogghignò Tommy. «Sembrava una gatta isterica, quando scoprì l’imbroglio! Ma non era cattiva, la vecchia Greenbank. E quel decrepito ospedale… Smobilitato come tutto il resto, suppongo.»
«Sì. Anche tu?»
«Due mesi fa.»
«E la liquidazione?»
«Scialata.»
«Oh, Tommy!»
«No, carissima, non in licenziose dissipazioni. Non sono stato così fortunato. Il costo della vita…»
«Caro il mio ragazzo» lo interruppe Tuppence. «Niente mi è ignoto sul costo della vita. Eccoci arrivati da Lyon’s, e ognuno pagherà la propria consumazione. Non provarti nemmeno a discutere!» E la giovane lo guidò verso le sale superiori.
Il locale era affollato; i due si aggirarono alla ricerca d’un tavolo, mentre alle loro orecchie giungevano brani di conversazione degli altri avventori.
«Quanti strani discorsi si devono sentire per caso!» mormorò Tommy. «Oggi, sono passato vicino a due tizi, per la strada, che parlavano di una certa Jane Finn. Hai mai sentito un nome del genere?»
In quel momento, due vecchie signore si alzarono raccogliendo i loro pacchetti, e Tuppence occupò i posti lasciati liberi.
Tommy ordinò tè e pasticcini; la ragazza tè e pane abbrustolito con burro.
«E portatelo in teiere separate» raccomandò con cipiglio severo.
Il giovane si sedette di fronte. Si tolse il cappello e mise in mostra i capelli rossi, accuratamente pettinati all’indietro: una caratteristica che faceva colpo. La faccia, difficile da descrivere, era simpaticamente brutta: rivelava il gentiluomo e lo sportivo. Il suo abito marrone era di ottima fattura, ma sembrava prossimo alla fine.
I due formavano una coppia senza dubbio moderna. Il viso di Tuppence non aveva pretese di bellezza, ma c’era molta seduzione nei lineamenti fini del suo piccolo viso dai grandi occhi grigi sotto le sopracciglia nere, e il mento risoluto denotava un carattere deciso. Sopra i capelli neri tagliati molto corti, portava una toque verde smeraldo, e la gonna, alquanto ma-landata, metteva in mostra un paio di gambe dalla linea svelta e armoniosa.
Il tè venne finalmente portato, e Tuppence, risvegliatasi da uno stato di meditazione, si accinse a servirlo.
«E adesso raccontami un po’ di te!» disse Tommy affondando i denti in un pasticcino. «Ricordati che non ti ho più vista dal tempo dell’ospedale, nel 1916.»
«Benissimo!» Tuppence addentò il suo pane abbrustolito e ab-bondantemente imburrato. «Aggiornamento biografico della signorina Prudence Cowley, quinta figlia dell’arcidiacono Cowley, di Little Missen-dell, Suffolk. La signorina Cowley lascia le delizie e la noia della casa paterna allo scoppiare della guerra, e se ne viene a Londra dove entra in un ospedale militare. Primo mese: lavati seicentoquarantotto piatti ogni giorno; secondo mese: promossa all’asciugatura dei medesimi; terzo mese; destinata alla pelatura delle patate; quarto mese: promossa al taglio di pane e burro; quinto mese: salita di un piano e messa a lavare i pavimenti dell’in-fermeria con stracci e spazzoloni; sesto mese: destinata al servizio tavola; settimo mese: la simpatia personale e i modi cortesi mi fruttano la promozione al servizio delle infermiere patentate! Ottavo mese: lieve regresso nella carriera. Sorella Bond mangia l’uovo destinato a sorella Westhaven!

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