«Tommy, vecchio mio!»
«Tuppence, da quanto
tempo!»
I due giovani con le
loro vivaci espressioni di affetto, bloccarono per brevi istanti l’uscita della
metropolitana a Dover Street. Messi assieme, gli anni di entrambi non sarebbero
arrivati a quarantacinque.
«Non ti vedo da un
secolo» disse il giovane. «Dove sei diretta? Vieni a prendere qualcosa con me.
Qui stiamo ostruendo il passaggio, e ci guardano tutti un po’ male. Usciamo.»
La ragazza assentì, e insieme si avviarono verso Piccadilly.
«Bene, dove possiamo
andare?» chiese Tommy.
La leggera ansietà
che la voce del giovane lasciava trapelare non sfuggì alla signorina Prudence
Cowley, chiamata Tuppence dagli amici più intimi, per qualche misteriosa ragione.
«Tommy, tu sei al
verde!».
«Neanche per sogno!»
dichiarò lui in tono poco convincente. «Nuoto nei soldi!»
«Sei sempre stato un
emerito bugiardo» replicò Tuppence severamente. «Una volta sei perfino riuscito
a persuadere sorella Greenbank che il dottore ti aveva ordinato la birra come
tonico, ma si era dimenticato di scriverlo sulla cartella clinica. Ti ricordi?»
«Certo che me ne
ricordo!» sogghignò Tommy. «Sembrava una gatta isterica, quando scoprì l’imbroglio!
Ma non era cattiva, la vecchia Greenbank. E quel decrepito ospedale… Smobilitato
come tutto il resto, suppongo.»
«Sì. Anche tu?»
«Due mesi fa.»
«E la liquidazione?»
«Scialata.»
«Oh, Tommy!»
«No, carissima, non
in licenziose dissipazioni. Non sono stato così fortunato. Il costo della vita…»
«Caro il mio ragazzo»
lo interruppe Tuppence. «Niente mi è ignoto sul costo della vita. Eccoci
arrivati da Lyon’s, e ognuno pagherà la propria consumazione. Non provarti nemmeno
a discutere!» E la giovane lo guidò verso le sale superiori.
Il locale era
affollato; i due si aggirarono alla ricerca d’un tavolo, mentre alle loro orecchie
giungevano brani di conversazione degli altri avventori.
«Quanti strani
discorsi si devono sentire per caso!» mormorò Tommy. «Oggi, sono passato vicino
a due tizi, per la strada, che parlavano di una certa Jane Finn. Hai mai
sentito un nome del genere?»
In quel momento, due
vecchie signore si alzarono raccogliendo i loro pacchetti, e Tuppence occupò i
posti lasciati liberi.
Tommy ordinò tè e
pasticcini; la ragazza tè e pane abbrustolito con burro.
«E portatelo in
teiere separate» raccomandò con cipiglio severo.
Il giovane si sedette
di fronte. Si tolse il cappello e mise in mostra i capelli rossi, accuratamente
pettinati all’indietro: una caratteristica che faceva colpo. La faccia,
difficile da descrivere, era simpaticamente brutta: rivelava il gentiluomo e lo
sportivo. Il suo abito marrone era di ottima fattura, ma sembrava prossimo alla
fine.
I due formavano una
coppia senza dubbio moderna. Il viso di Tuppence non aveva pretese di bellezza,
ma c’era molta seduzione nei lineamenti fini del suo piccolo viso dai grandi
occhi grigi sotto le sopracciglia nere, e il mento risoluto denotava un
carattere deciso. Sopra i capelli neri tagliati molto corti, portava una toque
verde smeraldo, e la gonna, alquanto ma-landata, metteva in mostra un paio
di gambe dalla linea svelta e armoniosa.
Il tè venne
finalmente portato, e Tuppence, risvegliatasi da uno stato di meditazione, si
accinse a servirlo.
«E adesso raccontami
un po’ di te!» disse Tommy affondando i denti in un pasticcino. «Ricordati che
non ti ho più vista dal tempo dell’ospedale, nel 1916.»
«Benissimo!» Tuppence
addentò il suo pane abbrustolito e ab-bondantemente imburrato. «Aggiornamento
biografico della signorina Prudence Cowley, quinta figlia dell’arcidiacono
Cowley, di Little Missen-dell, Suffolk. La signorina Cowley lascia le delizie e
la noia della casa paterna allo scoppiare della guerra, e se ne viene a Londra
dove entra in un ospedale militare. Primo mese: lavati seicentoquarantotto
piatti ogni giorno; secondo mese: promossa all’asciugatura dei medesimi; terzo
mese; destinata alla pelatura delle patate; quarto mese: promossa al taglio di
pane e burro; quinto mese: salita di un piano e messa a lavare i pavimenti dell’in-fermeria
con stracci e spazzoloni; sesto mese: destinata al servizio tavola; settimo
mese: la simpatia personale e i modi cortesi mi fruttano la promozione al
servizio delle infermiere patentate! Ottavo mese: lieve regresso nella
carriera. Sorella Bond mangia l’uovo destinato a sorella Westhaven!
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