Mah! – Enzo Montano
Volete un esempio dell’asservimento al potere
economico della stampa? Leggete la Repubblica.
Volete un esempio di opinionisti senza
opinioni travestiti da passacarte? Leggete il tuttologo Stefano Folli su la
Repubblica.
A me è capitato di leggere la sua illuminata
opinione sul quotidiano del 28 aprile u.s.
Mi è capitato, beninteso, perché io quel
giornale non lo compro da anni figuriamoci se lo faccio adesso che è diventata
una figurina nelle mani di uno dei maggiori gruppi finanziarti dell’Italia, una
proprietà che cambia direttori senza sentire il dovere di offrire una
spiegazione agli interessati e, soprattutto, ai lettori.
Ma veniamo al punto. Da mesi la grande (sic!)
stampa, la confindustria, le opposizioni, le televisioni a reti unificate, le
Marte Merlino, le Barbare D’urso, i Giordano e tutti gli altri trombettieri
nordisti sbraitano la necessità di un cambio alla guida del governo ipotizzando
un salvifico governo di unità nazionale,
così, senza dare una giustificazione e senza una minima verifica delle
possibilità, senza accennare alla composizione della nuova maggioranza.
Insomma, è il volere dei padroni, quelli che antepongono le palanche a tutto il
resto, prontamente supportato dai loro servi scribacchini. Termini obsoleti,
direte voi, è probabile, ma non trovo altro modo per definire questi “squaglia
piombo”, direbbe un caro amico, senza spina dorsale, vere ancelle del potere
(meretrici sia maschi che femmine senza dignità) perennemente supini al volere
dei padroni.
Questi disegno è sostenuto soprattutto da chi
non si rassegna a un ruolo di comprimario cui è condannato dalla ormai
conclamata incapacità politica oltre che dal livore personale. Incapacità abbondantemente
dimostrata sia nei periodi di permanenza al governo e sia nel ruolo più angusto
di oppositore. A questi va aggiunto il più capriccioso dei politici italiani
dell’ultimo periodo, il più grande collezionista di sconfitte, il detentore del
più grande ego, colui che non si rassegna all’evidenza della sua inconsistenza.
Sto divagando perciò torno al nostro editorialista dal titolo: “Il tempo
stringe per Salvini e Meloni”, pagina 29 nella rubrica denominata “Il
punto” (è vero che ogni punto è il centro dell’universo ma qui al massimo
stiamo nel punto più periferico della logica).
“Dopo la prova televisiva di domenica sera, è opinione diffusa che
Giuseppe Conte si sta avviando a diventare il capro espiatorio del possibile
disastro.” Così apre il Folli:
processo, giudizio e sentenza in una sola frase. Ha già stabilito che la prova
è stata tutt’altro che buona (da cosa lo si deduca rimane un mistero), che il
presidente del consiglio sarà il capro espiatorio (qui esalta le sue notevoli
le capacità divinatorie), e che sarà tutto un disastro (menagramo assoldato).
Ma non subito, scrive il nostro, non in piena crisi sanitaria, il capro espiatorio
sarà sacrificato solo quando la crisi sanitaria si trasformerà in crisi
economica. In altre parole: lasciamo che faccia il lavoro sporco, intanto lo
massacriamo e poi, quando si dovranno gestire le palanche, mettiamo un
timoniere confacente agli interessi dei potenti nordisti, come sempre.
Continuo la lettura nella speranza di trovare
articolate riflessioni a compendio dell’assunto iniziale.
Il notista continua a leggere nella sua sfera
di cristallo e riporta a noi, poveri ciechi, le sue folgorazioni ponendo due
interrogativi: “Primo. La crisi si aprirà secondo canali tradizionali e sarà
gestita dalle forze politiche in base al rituale tipico ovvero l'insieme di
protagonisti e comprimari è destinato a essere travolto da circostanze
eccezionali? Secondo. Nel caso in cui il bandolo della matassa fosse ancora
nelle mani dei poteri riconosciuti, c'è qualcuno che già ora si prepara a
gestire una stagione drammatica?” Ho riletto tre volte gli interrogativi
temendo di aver male interpretato. Era scritto proprio così, definirlo
politichese ermetico sarebbe troppo, diciamo che il celebre notista si è
avvitato intorno al nulla e il motivo lo si capisce nel prosieguo. In pratica
esorta la sua sfera magica e la destra a dare una visione chiara di un futuro
fulgido governato dalle destre, auspicando la partecipazione del Pd, e
camuffarlo da governo di unità nazionale sotto la direzione dei potenti della
finanza. Ecco la ragione del titolo.
Per il resto il pezzo è un condensato di frasi
e pettegolezzi politici tipici del bar dello sport senza un minimo accenno alla
strategia, al programma, al perché della necessità di questo nuovo governo e
quali le sue mancanze. Eppure il governo in carica sta gestendo una catastrofe
immane nonostante le mille difficoltà connesse a un sistema sanitario
frammentato in venti pezzetti e in presenza di continue polemiche urlate contro
qualsiasi provvedimento dalla peggiore opposizione della storia repubblicana, ne
esce meglio di molti altri paesi governati da personalità amate e osannate
dalla Finanza e dai sovranisti nostrani: Trump, Bolsonaro, Johnson. Ma il Folli
si guarda bene dal muovere una critica, sia pure piccola ai capi
dell’opposizione, alle loro posizioni stravaganti in Europa, per esempio, o
alla palese incapacità di proposta. Nemmeno un cenno al tanto decantato modello
lombardo-leghista del rinomato duo di conferenzieri mascherati Fontana-Gallera
che, con la determinante collaborazione del capo celtopadano, sta portando l’intera
nazione alla deriva.
Insomma, dopo aver letto il pezzo (definirlo
articolo non ci riesco) di una delle firme più illustri del giornalismo
nostrano, ho fatto una sola riflessione: MAH!!!
29 aprile 2020