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8 settembre 2018

Incontro – Wislawa Szymborska

Artemisia Gentileschi - Cleopatra 1620 olio su tela cm 97 x 71,5. Fondazione Cavallini-Sgarbi, Ferrara
Incontro – Wislawa Szymborska

Riabbiamo indosso nuovamente
i corpi sulla terra già portati,
e la tromba del giudizio eccellente
«Che per l’eternità siate dannati»
ci rimbomba nelle orecchie possente.
In frotta cadiamo giù nello strapiombo,
spinti dal fiato di quella tromba.
Le teste ci guidano verso il fondo,
acchiappiamo il vuoto dell’oltretomba.
Mai ci fu caccia più vana al mondo!
Già il fuoco che senza unghie artiglia
si avvolge intorno alle nostre ossa,
già a gambe, mani e viso s’appiglia
e già né sospiri né suon di bussi,
come i vecchi han previsto a meraviglia.
Cosa mai ho fatto, sventurata,
che a piedi scalzi nella pece affondo,
che il fuoco mi ha tutta avviluppata,
che ho un marchio d’infamia sulla fronte
per l’eternità, giammai scemata?
A dispetto d’ogni buon consiglio
(ma era meglio non nascere per niente)
un libro all’indice ho letto per puntiglio.
Ed è accaduto. E nessun lamento
trarrà ora la piagnona dall’imbroglio.
Se da viva mi fossi almen pentita,
adesso avrei tra le mani un liuto,
ma io, ormai nel peccato indurita,
assolutamente non ho potuto.
Tanto quel libro mi ha irretita.
Per questo condivido l’eternità
con grassatori e pluriassassini.
Qui ci sono strozzini senza pietà,
sicari e trafficanti di bambini
e incendiari in modesta quantità.
Qui un’avvelenatrice abietta,
là un matricida batte i canini,
altrove un boia nel fuoco piroetta,
solo Madej non è tra i vicini,
perché all’ultimo Madej diede disdetta.
D’un tratto – chi è là? Nel fumo denso,
credo da tutte le Sodoma accorrente,
ora appare ora da capo s’è perso
Anatole France con la barba fluente
e un berrettino sul cranio terso.
Al maestro Anatole io grido forte:
Tuo era il libro, sei stato Tu!
Lascia che m’assieda alla tua corte.
In verità sfrigoli gironi più giù,
ma che sia pur comune la sorte!
E qui, scambiatici un’occhiata,
scoppiamo in un ridere smodato,
ma il riso si espande di volata
e il sacco dell’eternità, dall’eco enfiato,
si spacca.
È accaduto in un giorno feriale,
mentre prima delle otto andava a scuola,
sotto gli aceri e i castagni del viale,
con la cartella sotto braccio, sola,
la sottoscritta, mortale.

da Wislawa Szymborska. La gioia di scrivere, tutte le poesie (1945 – 2009)
a cura di Pietro Marchesani - Adelphi Editore

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