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15 settembre 2018

Le grazie Inno primo. Venere vv 228, 251 – Ugo Foscolo

Sandro Botticelli - Nascita di Venere (dettaglio) 1482-1485, tempera su tela cm 172 x 278. Galleria degli Uffizi, Firenze
Le grazie Inno primo. Venere vv 228, 251 – Ugo Foscolo

Così cantaro; e Citerea svelossi;
e quanti allor garzoni e giovinette
vider la Deità furon beati,
e di Driadi col nome e di Silvani
fur compagni di Febo. Oggi le umane
orme evitando, e de' poeti il volgo,
che con lira inesperta a sé li chiama,
invisibili e muti per le selve
vagano. Come quando esce un'Erinne
a gioir delle terre arse dal verno,
maligna, e lava le sua membra a' fonti
dell'Islanda esecrati, ove più tristi
fuman sulfuree l'acque; o a groelandi
laghi, lambiti di sulfuree vampe,
la teda alluma, e al ciel sereno aspira;
finge perfida pria roseo splendore,
e lei deluse appellano col vago
nome di boreale alba le genti;
quella scorre, le nuvole in Chimere
orrende, e in imminenti armi converte
fiammeggianti; e calar senti per l'aura
dal muto nembo l'aquile agitate,
che veggion nel lor regno angui, e sedenti
leoni, e ulular l'ombre de' lupi.

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