Apollonio di Atene - Torso del Belvedere, 1° secolo a.C., altezza 159 cm. Musei Vaticani. Città del Vaticano
Aiace Telamonio – Enzo Montano
Forte e
leale, dicono,
ma qual’é
l’utilità del giusto?
Volevo
sempre il centro dei clangori
dove è
forte il puzzo del sangue
tra
lame, archi, scudi e lance
che
cozzano e trafiggono.
Mai mi
hanno fermato fuoco
polvere
e l’odore della morte,
mai ho
temuto gli dei vendicativi.
Io mi
unii alla grande flotta.
Amicizia e amore per la
patria
mi spinsero sotto le
mura di Ilio.
Ciclone
nelle schiere troiane
se
disarmato mi bastarono le pietre.
Aiace
Telamonio è la rocca degli Achei
dicevano.
Falsi. Ipocriti. Irriconoscenti.
Mi
negano le armi di mio cugino,
mi
beffa Ulisse con un suo raggiro.
Che vendetta
sia, che paghi
il
truffatore ed i suoi infidi accoliti.
Ma ecco
Atena la balia del farabutto
“Che
Aiace Telamonio diventi pazzo”
E la
pazzia fu padrona del mio cervello.
Nell’allucinazione
ho sterminato
pecore
vitelli e capre belanti.
Ridevano
forse i valorosi eroi di Grecia?
Mi
canzonava l’austera dea?
Sì. Non
fu pietà il rinsavimento
ma
commiserazione e
crudele
accanimento.
Aiace
Telamonio
terrore
di eroi troiani,
guerriero
leale temuto e rispettato
da ogni
sorta di nemico
trasformato
in macellaio di poveri animali.
Ecco
allora la lama della spada
ricordo
della stima del grande Ettore.
Dolce è
la sua carezza
mentre
uccide la vergogna.
Aiace
Telamonio è nel catalogo del Cieco
e forse un
blocco di marmo senza testa né braccia
ma capace
di attraversare i millenni.
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