opera di Fernando de Szyszlo
La
notte è calma, l’aria è grave - Fernando Pessoa
La
notte è calma, l’aria è grave,
Una
luna sfuocata approfondisce l’ombra.
Sottile
il dolce non senso della
Vita
stagna come una palude
Nella
sensazione, e nel fondo
Dei
parchi dell’emozione si dimentica
L’anima
al suono della brezza da cui
Freme l’acqua
di questa solitudine.
Allora
come nell’intrecciare
Una
trama nelle mani del sonno
Che
compongono e poi disfano
Nell’abitudine
della vertigine,
Dalle
sensazioni della mano che tesse
La mia
mano che tesse rende bella l’anima
Dimentica
il mio gesto da tessitore,
Ma al
fondo l’anima è tranquilla.
Ormai
di fronte alle balaustre
Da dove
il mare e la notte si lasciano guardare
Vani
sogni gloriosi si fanno,
Dono
del futuro alla mia visione.
Oggi io
vivo, amare per essere rimasto solo
Dopo
tutti questi sogni,
Io mi
ricordo di me stesso, vano,
Facendo
di me, che sono vissuto, un altro.
Io fui
una volta ciò che ora amo,
E non
amavo altro se non ciò che ero.
Senza
voce, in modo occulto, io mi chiamo.
C’è
molto di più nella mia primavera.
La
notte senza sapere nulla di me
Va
tessendo con la sua vaga brezza
Tranne
del destino, della fine
Tra
dita dove l’anima si oblia.
Gioia e
dolore, io ne conosco il fondo
Senza
aver avuto nulla di più
Dell’ombra
senza colore né viso
E
rumori di passi aleatori.
Oh
notte, oh luna, oh brezza leggera,
non mi
donate che il mio non essere
Della
vita nient’altro se non la finestra
Aperta
e la notte senza sapere.
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