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19 novembre 2018

Ti trattai con durezza - Albio Tibullo

Pierre Auguste Renoir - Bagnante seduta, 1883
Ti trattai con durezza - Albio Tibullo

Ti trattai con durezza,
dissi che avrei sopportato bene il distacco,
ma ora è lontano da me il vanto di essere forte.
Sono come una trottola
che gira qua e là su un piano liscio
percossa dal bastone di un rapido fanciullo
con la sua consueta abilità.
Brucia e tortura il superbo
affinché d’ora innanzi non si vanti,
doma il suo duro linguaggio.
Ma perdonami, lo chiedo in nome di Venere,
per il letto furtivo ove ci unimmo,
per il tuo capo adagiato accanto al mio.
Io sono colui che ti strappò alla morte con i miei voti
quando giacevi sfinita per la malattia,
io stesso purificai ogni cosa intorno
con puro zolfo, quando la vecchia
con le sue formule magiche ti diede i presagi.
Procurai che non ti turbassero lugubri sogni,
con la pia triplice offerta del sacro farro.
Io vestito di lino e con la tunica sciolta,
offrii nove voti a Trivia nella notte silenziosa.
Li adempii tutti: e ora un altro gode del tuo amore,
e felice trae frutto dalle mie preghiere.
E io, se tu fossi scampata alla morte, immaginavo
una vita beata con te!
Pazzo! Gli dèi mi erano avversi!

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